"Quando mi è capitato tra le mani Storie di ordinaria follia, non sono riuscito ad inquadrarlo subito, né come scrittore, tantomeno come uomo. I quarantadue racconti che lo compongono sono tanti e per qualcun altro potrebbero apparire abbastanza per poterne tracciare un'analisi, tuttavia la prima domanda che mi sono fatto è stata: ci è o ci fa? Non è stata la volgarità a spiazzarmi, né tutto quell'alcol che trabocca dalla pagine, ma quell'alternarsi di colpi di genio, oscenità e attimi da egomaniaco cronico, per dirla con le parole di Kerouac ne “I sotterranei”. Com'è possibile far conciliare tanta diversità?"
Non è che spero che possa interessarvi un lavoro di tesi fatto con passione, però, semmai doveste aver voglia di spendere solo 2 € e leggere qualcosa sul caro vecchio Buk, ecco qui il link.