Piove e vi chiedo scusa. A volte, sono così meteoropatico che mi convinco sia io a far piovere. Non vi dico i sensi di colpa quando venne a nevicare. Capirete quindi l'imbarazzo per l'ambiguo sentirsi la causa e l'effetto della pioggia. Però poi mi rendo conto che bisogna avere un ego troppo smisurato per esserne davvero convinto. Non vi dico però poi che orgoglio quando vidi tutti contenti per la neve. I salti di gioia proprio. Scrivo che ho le converse bagnate e le dita dei piedi fanno su e giù nel tentativo di asciugarsi. A quasi trent'anni, uno dovrebbe quanto meno portarsi i calzini di riserva in borsa, ma chi va in giro con i calzini in borsa? Mi sono sempre sentito giovane, almeno fino a quando, sbirciando tra i talenti della primavera di una qualche società di Calcio, quelli classe '90 erano buoni per essere comprati a Fifa. Investivo su di loro, me li tenevo qualche anno, il tempo di vincere qualche trofeo e poi me li rivendevo per acquistarne di più giovani. Ora, quelli classe 90' sono praticamente all'ultimo giro di boa, alla ricerca dell'ultima grande chance. Non li comprerei mai. Fortunatamente non sono un atleta professionista. Che poi è tautologico sentirsi giovani se di fatto lo si è. Sarà la convivenza, l'abitudine reiterata negli anni di farmi bastare un divano, un caffè ed un buon libro per passare del tempo, anche da solo, ma è da tempo che il corpo non regge più a serate tra locali, spritz e musica live. Alle dieci e mezza, nelle migliori delle ipotesi, sono già a letto che leggo. Altrimenti dormo da buono mezz'ora. Quando sono io a dover suonare, se non riposo il pomeriggio, crollo proprio. È che, per consentirmi delle libertà, le mie, quelle che mi sono scelto, ho riempito le ore di gabbie con gli sportelli aperti e, capirete che le grate pesano e, per passare da una gabbia all'altra, di corsa, si consuma un bel po' di energia. Capirete quindi perché quando di recente ho resistito alla doppietta “Scampagnata per il primo maggio” - finemente organizzata, da ottimo stratega quale sono, laureato in Pasquettologia applicata, con tanto di specializzazione in Sabatologia per carovane di amicizie perse nel corso degli anni, indirizzo in Diplomazie e relazioni telefoniche interprovinciali - “Napoli Bari, Bari Napoli in meno di 24 ore”, mi sono sentito come in una notte prima degli esami qualsiasi: ancora sbarbato, ingenuo ma pieno di forze. Questo per dirvi, però, che una volta ero giovane e da giovane agivo. Inutile dire che, ancora incapace di recuperare a pieno le forze, sono settimane che mi trascino come uno zombie, ma alle spalle, oltre ad una scia di pedate bagnate con un marchio converse al centro, c'è ancora quel giovane sbarbato ed ingenuo che mi spinge, mani sulle spalle, e mi invita a riposarmi a tempo debito. A missione compiuta. Se ne starebbe tranquillamente nella sua stanzetta a giocare ancora a Fifa con i suoi fratelli, lui, quello giovane, ma quello adulto coi piedi bagnati, anche se sa bene che il tempo è solo un trucco da prestigiatore che ama prenderti in giro tingendoti i capelli di bianco e piazzandoti qua e là qualche ruga e andrebbe davanti da solo, senza aiuto alcuno, va comunque accompagnato, non si sa mai. Gli sgambetti sono dietro l'angolo e una mano per rialzarsi non può fare mai male. Oh, stronzate a parte, è solo stanchezza e lo so e, soprattutto, da buon metereopoatico del cazzo, mi piace autocompiangermi. Giusto per farmi un po' di pioggerella fatta in casa da asciugare col dorso della mano aperta in posa plastica e romanzata. Non ho mai dato peso al tempo, anche se un po' di strizza viene, è innegabile. Uno sente di dover tirare le somme, quanto meno per fare un resoconto eppure, allo stesso tempo, a conti fatti, che c'è da rendicontare? Ho appena iniziato.
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March 2019
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