Marty Mc Fly è (ri)tornato. Con ombrello, k-way e comunque mezzo bagnato, sta sbirciando tra i paradossali squarci spazio temporali del nostro 21 Ottobre 2015. Ha parcheggiato la DeLorean nel primo spazio disponibile, senza badare a strisce e divieti, che se gli fanno la multa, può sempre digitare un'altra data sul display della sua macchina del tempo e scapparsene via, verso altre strade. Aveva tirato fuori il suo hoverboard dallo zainetto e si era messo alla ricerca di qualcosa, di qualcuno che gli confermasse in che giorno, mese e anno era arrivato. Con calma, però, perché lui sa bene cos'è il tempo, che è inutile affannarsi. Il tempo corre, supera gli spazi, trema, ma non può far paura più di tanto. Non a lui, almeno. Almeno fino a quando, il tempo, non gli si è parato davanti a lui sottoforma di muro d'acqua. Tra lui e il resto dell'esistenza ci sono trent'anni. Trent'anni di stragi, trent'anni di attentati. Trent'anni di guai. Aveva deciso di andarsene quando ha saputo della morte di un giovane giornalista napoletano. No, non è vero. Nemmeno sapeva chi cazzo fosse Giancarlo Siani. Tra i due, di mezzo, c'è l'oceano e milioni di specie marine. Soprattutto Delfini, animali intelligenti, pronti ad abbandonare il pianeta, a mangiarsi tutto il pesce e a lasciarci da soli, nella cacca di balena, in qualsiasi momento. Si era messo in macchina col vecchio Doc e la sua Jennifer per correre a correggere certi eventi che avevano preso una brutta piega e che avrebbero messo nei guai il loro futuro figlio. Ora non sa dove siano finiti, Doc e Jennifer intendo, ma ora - come vi dicevo - si ritrova da solo al centro di una piazza, circondata da cantieri aperti per metà, con in mano un ombrello, con indosso un k-way e comunque zuppo da capo a piedi. Decide di chiudersi in un bar, che ha paura che un lampo possa colpire l'orologio del Municipio. Chiede del bagno, si asciuga alla meglio, torna indietro e ordina una Pepsy Free. Il tizio alla cassa non capisce cosa voglia, crede non voglia pagare però, quando Mc Fly gli mostra i soldi, gli viene institivamente da piangere per la commozione. Sul bancone ci lascia 1200 lire. Marty trova un giornale su di un tavolino, lo prende, guarda la data e sì, oggi è proprio 21 Ottobre 2015. Doc, al secolo Emmet Brown, non aveva avuto il tempo di spiegargli bene in che guai si sarebbe cacciato il figlio tuttavia, leggendo gli articoli, le dichiarazioni di certi politici, un'intera pagina dedicata al Trofeo Berlusconi, la gravità di certi eventi, un po' stava schiarendosi le idee. "Dove andiamo noi, non ci servono strade". Evidentemente qui ti hanno preso alla lettera, Doc. Intorno al bar, è tutto allagato, la vastità del niente scorre distesa su lastroni troppo vecchi, per non lasciarsi andare alla pioggia molto più insistente nel resistere, nel continuare. Si era immaginato un futuro diverso, Mc Fly, un orgasmo di automobili volanti fluttuanti, macchine del tempo che avrebbero mandato in soffitto la sua DoLorean, un'umanità ai massimi livelli etici e civili e invece, in primo piano, su di un televisore al plasma del bar, un 16/9 di labbra siliconate della Santanchè. " Se fossi di un'altra epoca, che numero a caso direbbe?" "... 42". Risposte universali, risposte senza tempo, risposte che non hanno spazio. Si gira, qualcuno lo riconosce, lo saluta. "Hello, Mr Calvin Klein". E' un americano alto, giovane, dalla muscolatura forte. Lo invita a battersi a braccio di ferro. Mc Fly ricambia il saluto ma rifiuta l'invito. L'americano sorride. "Mr Klein, You are a chicken". Mc Calvin Fly torna indietro, gli sorride, ringrazia, ma non accetta la sfida. Non si attraversano infiniti buchi spazio temporali senza imparare manco un cazzo dalla storia. Si mette di nuovo a guardare fuori. Pensa, vede i cantieri, guarda la televisione, inizia ad adattarsi, gli spiegano cos'è un tweet, dopo avergli raccontato del trillo. Senza dimenticare di passare per le Spice Girls, Justin Bieber, Baby one more time, Saddam Hussein, Bin Laden, Cutolo, l'Euro, il plutonio, il pinzimonio, gli smartphone, Salvini, Leonardo Di Caprio che non è cazzo di vincere un cazzo di Oscar, i reality, il Parkinson. Annuisce. It's ok. Ma che ci faccio qui? Dove sei Doc? Dove sei? Riportarmi qui la mia Jennifer, voglio tornarmene a casa, voglio tornare e nel mio futuro. Mio figlio? Che vuole mio figlio da me? Qui è complicato, non è la mia epoca, non posso farci niente, non riescono loro a sopportare i loro tempi, narcotizzandoli con chili e chili di botulino, come potrei io salvare mio figlio. Deve cavarsela da solo. Si arrangi. Che ognuno resti nel proprio futuro. A suo modo. Io non posso farci niente. E poi, io, nel 1985, ad avere un figlio, nemmeno ci penso. Grande Giove! Se Doc fosse qui, lui sì che avrebbe la soluzione. Non pensi in maniera quadridimensionale, direbbe. Già. Resta in silenzio, ascolta i tuoni, i commenti dei clienti che entrano nel bar, bestemmiando. Mc Fly vorrebbe giocare ai videogiochi, ma ci sono solo strane macchinette per il poker. Si porta il walkman alle orecchie, vuole ascoltare della buona musica che suona alla vecchia maniera. "Go, Go, Johnny Go Go". Ai miei figli, (non so se) piacerà.
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