Ricordo che da piccolo, quando montavo e smontavo le sorprese dell'ovetto kinder, mi pareva d'essere un ingegnere della Nasa. Guardavo il mio lavoro concluso con soddisfazione. Oggi, a quasi 30 anni, alle prese con istruzioni, viti di ogni tipo, mi sento semplicemente inadatto. Lo ammetto senza vergogna: negli anni, conficcando il naso più in mezzo ai libri che tra viti, chiodi, martelli e giraviti, anche appendere un quadro alla parete, è per me un'impresa erculea. E come la togli e come la metti, quel quadro resterà storto: ormai hai bucato la parete e, il massimo che puoi fare, è piegare un po' il chiodo sperando di riequlibrare il guaio che hai combinato. Perché, diciamocela tutto, noi degli anni '90 circa ( chi più, chi meno), a parte qualche raro caso che conferma la regola, nelle cose domestiche siamo degli 'nzallanuti nati. E sia chiaro: montare una scarpiera dell'IKEA è di una facilità disarmante, non riuscirci è da cerobrolesi. Io ce l'ho fatta. Tempo di assemblaggio: 2 ore e mezza. Peccato averlo montato al contrario. Ho dovuto rismontare tutto e cominciare daccapo. La bellezza dell'IKEA è nell'onestà. Che il mobile non sia altro che truciolato compresso, non hanno minimamente intenzione di nasconderlo: giri sotto sopra i piedi del tuo tavolino ikea e vedi miliardi di schegge abbracciati in un unico respiro in mezzo a due sottilissime striscioline di legno cartonato. E poi è conveniente. Certo, la convenienza sta soprattutto nel fatto che devi montartelo da solo, però è anche un modo per metterti alla prova. (Indipendenze, percorsi, svegliarsi presto la mattina, farsi il caffè, tornare tardi, il bucato, la cena, sdraiarsi nel letto stanchi, felici, contenti e poi riti di iniziazione, nuove routine da oleare montare e smontare, arrischiarsi, mettersi di nuovo alla prova, col cuore, ma soprattutto con le unghie, no, soprattutto col cuore). Tutti sono in grado di leggere e capire "Viaggio al termine della notte" di Céline; sei un vero uomo - un uomo fatto e finito .- solo se riesci a mettere in piedi, perfettamente e in poco tempo, un mobiletto dell'Ikea. Avete presente quando Homer, in una puntata de I Simpsons, cerca di montare un semplice barbecue e alla fine si ritrova con un ammasso di niente che viene però scambiata per un'opera d'arte contemporanea? Bene, la mia sfortuna è che, però, nessuno considera capolavori i miei piccoli fallimenti domestici. Se avviti al contrario i piedi della tua scarpiera, nessuno sta lì a farti un applauso. Anzi. Oddio, per chi è nato con la camicia cucita addosso, con tanto di iniziali cuciti sul taschino, la musica è sempre la stessa: sbaglia una canzone? vende centinaia di migliaia di copie; disegna uno scarabocchio? diventa il nuovo artista dell'anno; riscrive ad capocchiam alcuni articoli della costituzione? eccolo a capo di una nazione. Ci vuole fortuna anche in queste cose. Alla fine, a dirvela tutta, sono fiero di come mi è venuta la scarpiera. Certo, non l'ho costruita io, l'ho solo montata seguendo - male - i disegnini delle istruzioni, però anche queste sono soddisfazioni. Almeno fino alla prossima canzone. Sperando di sbagliarla.
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March 2019
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