Maldestro, al secolo Antonio Prestieri, l'ho conoscito - da lontano, seduto in una platea o al di qua di un browser - prima come autore di teatro, come attore nel mentre e, in fine, come cantautore.
Teatro Tasso, era il duemila mmm bah, che importa, di certo sono passati un bel po' di anni, ricordo solo che avevo un forte raffreddore, fuori faceva troppo freddo per le mie narici arrossate e che, nonostante tutto ciò e decine di migliaia di pelucchi di fazzoletti maltrattati sparsi nella mia barba, mi divertii un sacco. Uno spettacolo scritto da lui, se non erro. Ricopriva la parte di un femminello che si ammala di AIDS. Divertente, comico, anche un po' tragico, bravo. O almeno, a me, piacque assai. Poi, eccolo con la chitarra in mano a cantautoreggiare. Meno divertente, un tantinello tragicomico senza guastare, forte, bravo. Il disco è più o meno così, se si esclude una bella vena romantica, leggermente malinconica, che non dispiace assolutamente. Con qualche mia riservuccia per lo stile ma le Belle Canzoni ( con la B e la C maiuscola) ci sono. Maldestro è bravo perché ha talento, si vede, è tutto lì, soprattutto nei suoi testi, e la sua presenza a Sanremo ridarà finalmente la possibilità, a un napoletano, di presentarsi con quella che molti critici amano definire, anche se non tutti hanno capito bene cosa significhi, ''una canzone d'autore''. Una fetta di Napoli che potrà - evviva! - provare a ''concorrere'' ( in termini di spazio, sia chiaro ) con le melodie a fronda di limone di D'Alessio e col rap di Clementino che - si spera - quest'anno lascerà a casa il vento, i bastimenti e le valigie di cartone. Qualche anno fa, a portare un po' di napoletanità senza che i versi si ungessero per forza di soli, pizze, caffé, pescivendoli, camorre, immigrazioni e com'è bello il lungomareliberato anche se si spara nei vicoli di Forcella, prima d'inciampare nell'obbligo (?) di produrre qualcosa in dialetto, ci aveva provato anche Giovanni Block ( un altro che, negli anni, ha vinto tutti i premi più importanti destinati ai cantautori: non che siano importanti i premi, non almeno nel gioco delle qualità, intendo. Se uno è bravo è bravo, a prescindere dai riconoscimenti - e in giro, qualcuno bravo ma che non vince nemmeno la bolletta alla domenica pure c'è - ma, sapete com'è, dal momento che ci sono, i premi, una volta vinti, non arrivare al grande pubblico suona un po' come una bestemmia ). La canzone era bella. Forse per questo gli furono preferiti altri. Quindi, sempre secondo me ( eh, sia chiaro) la presenza di Maldestro potrebbe essere una bella novità per la regione, per la provincia, per la napoletanità: essere di questa terra, amarla - per carità, chi dice niente, chi dice il contrario - senza però portarne - per forza - onori ed oneri. Anche se... Già, nel titolo ci ho messo un però. Sia chiaro, Maldestro a me piace, tuttavia ho la sensazione che, come al solito, la canzone sanremese non sia mai quella migliore dell'artista, e anche se forse è pure giusto così, la cosa mi dà da sempre un po' di orticaria. Come riempire una valigia di abiti che non hai mai messo in vita tua ma che, siccome ti hanno invitato a questo ricevimento e non puoi mancare ( altrimenti rischi il licenziamento, o che un treno ti prenda in pieno volto e non sei Anna Karenina, o il rimpasto con al Governo Gentiloni, o la Boschi ancora lì ma senza il seno in bella mostra, o eccetera eccetera) non puoi far altro che provare a cucirteli addosso, alla meglio. Chiariamo, "Canzone per Federica" ha delle belle frasi ( Sarà il tuo libero arbitrio a incasinarti l’umore) ma anche una bella dose di vecchie perifrasi già sentite di concetti già cantati e letti ( Sarà che ogni caduta è l’inizio di un altro volo) chiuse in versi dalle rime un pochetto telecomandate; una metrica moderna, semplice ( e questo può non essere assolutamente un problema), leggermente poppizzata ( come la parentesi di cui sopra). Detto questo, però, senza farci troppe seghe mentali, la canzone c'è, funziona pure, interessante anche quel "Sarà che" posto in anafora ad ogni strofa, molto simile ad una domanda retorica, tesa su di un filo a precipizio tra dubbio e mezze certezze, ma lascia - almeno a me - il senso di una possibilità squisitamente artistica (non semplicemente musicale) sprecata. Il senso dell' accontentarsi. Il senso del il ragazzo è bravo ma non si è impegnato. Come avere il talento di Cristiano Ronaldo e presentarsi a calciare il rigore decisivo con gli scarpini stretti e scemi di Pellé: resti figo, pieno di soldi e femmine, bravo, con un talento grande così, magari lo segni pure il rigore ma... Insomma, resto contento per la cosa in sé, per Maldestro e per l'artista che è, un po' meno per la canzone. Ma sarà un problema tutto mio, ne sono certo. In attesa di fare il tifo per lui, a prescindere, perché Maldestro è forte davvero ( e per quelli forti non si può non fare il tifo), godiamoci questa ventata di napoletanità sanremese liberatasi - almeno per un po' - della zavorra di appartenere a una terra tanto bella quanto pesante.
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