Chi scrive ha provato, con discutibili risultati e nel suo piccolo, per carità, a coniugare musica e letteratura. Non sono un dylaniano, non conosco a fondo le sue opere e la mia ignoranza anglofonica non mi permette di poter analizzare con squisite competenze né lo stile di Dylan né le motivazioni della commissione del Nobel, in merito alla stessa assegnazione del premio: «Ha creato una nuova poetica espressiva all’interno della grande tradizione canora americana». Nulla di nuovo: si è sempre detto, parlando di cantautori, che siamo un po' tutti figli, consapevolmente o no, di Dylan. Ma parlando di letteratura? Ha detto Baricco: «Premiare Bob Dylan con il Nobel per la Letteratura è come se dessero un Grammy Awards a Javier Marias perchè c'e' una bella musicalità nella sua narrativa». È evidente che Baricco, almeno da quanto dimostra con questo commento, non è consapevole delle logiche di molti premi musicali, come il Grammy stesso, per esempio: vendite, fama, visualizzazioni, numero di copie di dischi venduti, glamouralità. Se poi le canzoni sono belle, se c'è dell'arte nei testi, è tutto in più, ma se Baricco ambisce al Grammy... «Allora anche gli architetti possono essere considerati poeti», ha aggiunto l'autore di Oceano Mare. Sì, anche i pizzaioli, i pasticceri che sfornano sfogliatelle, babà e pastiere. Tutto è poesia, volendo. Per qualcuno, c'è della poesia pure nell'ammirare il proprio stronzo che galleggia sul fondo del cesso. Baricco confonde il mezzo con il soul o ha sclerato come sclera un tifoso di calcio quando la sua squadra ha perso con l'ultima in classifica? Può darsi, ma perché è così inammissibile che un autore di canzoni possa vincere il premio nobel per la letteratura? E perché la canzone viene vista come un'opera letteraria da bassa classifica o peggio come un prodotto non letterario? Probabilmente ci si dimentica, a causa dei tanti autori stanchi di inseguire l'invenzione e più inclini invece a scrivacchiare le stesse storie, con le stesse parole, con le stesse modalità, che la canzone è un'opera che è fatta di un testo che, in quanto tale, se ben scritto, se non prostituito al motivetto e a figurazioni per forza standardizzabili, può sopravvivere anche se strappata dalla sua melodia: cioè, può anche essere letto. Al di là dei retaggi storici, al di là del fatto che la poesia, in origine, era destinata ad essere cantata, accompagnata da uno strumento ( come la Lira: da qui il termine lirica); al di là del fatto che il romanzo contemporaneo è una forma di letteratura giovane giovanissima, rispetto alla poesia, al madrigale, al teatro, alla canzone (e i librettisti che hanno faticato insieme ai compositori, quando ancora autori del testo e della musica erano due persone diverse? e Fernanda Pivano, lei sì esperta e amante della Letteratura Americana, fronte dal quale tutti si aspettavano il Nobel '16, letteralmente prostratasi di fronte alla letterarietà della scrittura di De André?); al di là del fatto che chi polemizza sembra ripescare dal cascione la vecchia, stantia e inopportuna discussione sui generi letterari; al di là del fatto che, solitamente - e basta leggere le motivazioni - il comitato del Nobel per la letteratura premia, dell'autore, le innovazioni stilistiche, linguistiche ed ideologiche che ha saputo portare nel suo campo, qualsiasi esso sia, qualsiasi destinazione esecutiva abbia: narrativa, filologia, teatro, storia, poesia e da quest'anno la canzone. L'importante è che ci siano di mezzo le parole; ed al di là di tutto questo resta, probabilmente, che la canzone è forse l'unico esempio di esercizio letterario per eccellenza. Figure retoriche, capacità di sintesi, dilatazione dell'io lirico, con la canzone si possono raccontare storie d'amore, storie di guerra, storie d'umanità, storie di rivoluzione di ideologie, storie di fate, galli e volpi, storie di principi ed orchi, storie di principesse e bollette da pagare, storie. Repetita iuvant: lasciamo stare le condizioni in cui riversa gran parte della canzone contemporanea ( grandi e piccini, Major e Indie) se consapevoli dei mezzi a disposizione ( figure metriche, retoriche ecc...) la canzone ha una sua nobile potenza espressiva; forse più contemporanea e veloce (futuristicamente parlando) di romanzo, cinema e teatro. Sicuramente cambia la funziona fàtica, cioè il canale attraverso cui passa il messaggio, ma si ha sempre a che fare con le parole, con il ruolo che hanno queste all'interno di un verso, di un paragrafo, di una scena, di un dialogo, di un microfono. E se una canzone sopravvive alla melodia, al giro armonico, e vi restano dentro le parole e l'emozione che queste si trascinano, che senso ha tutta questa discussione? Vi frega il supporto? E allora prendete un bel libro, cantatelo ad alta voce; prendete un disco, estraetene il libretto dei testi e recitatene i versi. Poi ne riparliamo.
1 Comment
Renato Casolaro
16/10/2016 15:45:12
Pienamente d'accordo!
Reply
Leave a Reply. |
RaccomandazioniQui leggerai racconti, idee, sfoghi, calembour, pasticci, riflessioni, soliloqui, turpiloqui e recensioni. Clicca per la Pagina
Archivio
March 2019
|