Guardando con attenzione il social questa è una delle prime riflessioni.
"Non sono d'accordo con la tua idea, ma lotterò affinché tu possa esprimerla". Col cazzo! Cioè sì, può anche darsi, l'importante è che tu però ammetta di essere una capra. Si avverte, e mi ci butto anche io nella brodaglia (ché siamo tutti perfettibili), un senso di autoritarismo d'ancien régime. Riconosco, nei miei modi di fare, un sarcasmo estremamente cinico che, a detta degli altri, mi fa sembrare pedante e presuntuoso. Lo so e, tante volte, mi ci diverto ad interpretare questo tipo di ruolo: è che spesso mi sento migliore di voi, che posso farci? Scherzo scherzo. Sapeste che fatica si fa a partorire un'idea, tenersela stretta, lasciarla andare quando ci si rende conto di aver sbagliato, stare sul filo tra coerenza e riflessione, capire che della coerenza non te ne fai nulla: l'importante è avere ragione. Scherzo, di nuovo. Di fatto, c'è da una tendenza da registrare: che sia un giornalista, una Selvaggia Lucarelli, un intellettuale o un webete ( che fa tanto nome da Pokemon, di quelli comuni che, quando si evolvono, non servono comunque a un cazzo) la mia opinione è e sarà sempre migliore della tua. Punto, stop. E da un certo punto di vista mi pare anche tautologico: se io, al secolo, Caio Sempronio, ho una certa idea è perché credo sia migliore delle altre, altrimenti la cambierei, mica so' fesso. "Spalanca il tuo orizzonte, apri la mente". Ritornelli e contro canti. Caio invita Sempronio ad aprire la mente; Sempronio, a sua volta, consiglia Caio a rivalutare attentamente le sue affermazioni al fine di raggiungere una più stigmatizzata conclusione della contesa; Tizio se ne sbatte proprio e manda tutti a cagare. Nulla di problematico se a sbattersene sono, per l'appunto, i Caio, i Sempronio e compagnia cantando; non ce ne frega un cazzo se la Parrucchiera di Casapurchiano, che ha alle spalle due mariti morti, una relazione con un Pakistano ricchione che vive a Gianturco, tre figli e la quinta elementare, si scandalizza per una vignetta o trova incomprensibile l'astio nei confronti di uomini donne e ricchioni che perpetrano una subcultura kitsch voyeristica fatta di inciuci e pianti da soap opera sud americana, prodotta con 2 euro, IVA inclusa. Nemmeno se a farlo è uno pseudo cantautore scrittore che s'atteggia ad intellettuale che, in realtà, nessuno si caga. No, sticazzi. Il problema è quando sono i Mentana e gli Scanzi (due dei quali verso nutro la maggior stima) ad erigersi a divulgatori del divin pensiero. Finisce il giornalismo della notizia (possibilmente) obiettiva, inizia l'editoriale soggettivissimo moralizzante. Non un'analisi, non un'indagine. No: L'OPINIONE. O sei con me o sei un webete. E lo sei, non perché magari hai detto una cazzata (perché non dimentichiamoci che le cazzate si dicono, si devono dire, altrimenti passa l'idea che non si possa pure esprimere pensieri: le cazzate vanno dette proprio per trasformare la suddetta cazzata in un interessante scambio di opinioni), ma semplicemente perché sei un signor nessuno. Non perché le tue riflessioni poggiano su fondamenta dalla consistenza di una lasagna disegnata da vignettisti francesi; no, semplicemente perché sei un signor nessuno. Non perché magari - ti si dice che - in quel particolare argomento non ne hai le competenze; no, ma perché sei un signor nessuno. Non perché sei un emerito imbecille; no, ma perché sei un signor nessuno, ed io sono io, il sommo. Ci sono due tipi di opinioni: a) quelle che si basano solo su idee personale ad minchiam dell'interlocutore, senza cercare di riscontrarne il fondamento con la realtà; e, anzi, se il battibeccare riguarda aspetti di tipo antropo-esistenzialistico, analizzano - per così dire - la tua riflessione (magari cinica e sarcastica) attraverso domande del tipo ma tu non soffri? e se fosse capitato a te? Come se fossimo tutti fatti con gli stampini, tutti uguali, tutti con le stesse bestemmie sotto al palato, tutti con la stessa timeline; b) quelle che, al contrario, provano quanto meno di informarsi, capire, documentarsi, relazionandosi all'idea che, a meno che tu non sia Leonardo Da Vinci e viva nel 1450 e dispari, non puoi sapere tutto e avere un'opinione su tutto! E la generazione a venire starà peggio rovinata perché nata direttamente nel carcere del web: i cosiddetti internati... ...ma, ad ogni modo, è normale questo feroce mitragliare considerazioni su tutto: è il web che ce lo impone con i suoi subdoli meccanismi. Hai la tua bacheca, i tuoi contatti, la tua qwerty, le tue cose, il tuo mondo è lì, con le dita anchilosate che hanno voglia di sgranchirsi e, quando viene messo in piazza il nuovo argomento su cui poter digitalizzare la tua idea - filosofica metafisica moralistica ontologica -, ti sale l'orgasmo e in un attimo sborri e sqwerty (per la par condicio) dappertutto. E fino a quando parliamo di onanismo, ognuno ha il diritto di vivere come può ( la verità ti fa male lo so♪ ); ma quando si arriva a voler giganteggiare... a voler scopare per godere da soli, col proprio pisello, altro che contratto sociale tra gentiluomini. Olio di ricino e camere a gas. Mein Führer! Buttate la chiave!
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