Vorrei dire una cosa, fare un commento che non rientri nel pentolone della tuttologia chiacchierata così come si chiacchiera di un gol di Hamsik. Non ne sono capace e quindi taccio. In realtà, sarebbero pochi anche quelli in grado di parlare di pallone, me compreso: un paio d'anni in una scuola calcio di periferia - il cui allenatore è stato un ex mariuolo, reintegrato in società dalla parrocchia di paese, il cui prete è stato, qualche anno prima, accusato di aver allungato le mani sulla figlia del panettiere, quello all'angolo, tra la chiesa stessa e il pescivendolo - no, non fa di te un esperto di calcio. Dico che è stato un ex mariuolo ché, eri talmente scarso che gli hai fatto preferire il contrabbando di grucce false dell'IKEA, invece di stare lì spiegarti come funziona il fuorigioco: non avresti comunque capito un cazzo. Il prete, poi, non è stato allontanato dalla chiesa ché, detto tra noi ( tra me, scrittore onnisciente che racconta, e te, lettore che prende per buono ciò che gli dico) ha sì allungato le mani sulla figlia del panettiere ( anche se nessuno del paese ha mai avuto uno straccio di prove), ma, ad ogni modo, quella, all'epoca dei fatti, aveva 32 anni e, su di sé, aveva fatto passare un po' tutti, persino il pescivendolo all'angolo ché, per quanto puzza, nemmeno la moglie si faceva più toccare e, allora, se il prete non ne aveva approfittato, non era prete, ma fesso. Che poi, parlando del pescivendolo, ad essere chiari, non è che la moglie non lo toccasse proprio: ogni tanto lo costringeva ad immergersi, a bagno maria, per quattro cinque ore, in una vasca contenente due terzi dei profumi più forti del mondo, poi, lo lasciava due tre ore fuori al balcone ad asciugarlo e a ventilarlo e, solo così, forse, si decideva ad assaggiare il pescato di giornata. Ma torniamo in America. Cioè, no, non ci siamo ancora stati, tantomeno saremmo - a quanto mi state facendo capire - i benvenuti, visti i tempi: sai, il sud, il meridione, la pelle ambrata e quella cosa lì chiamata immigrazione. Ad ogni modo, cosa pensare di questo voto? Si è detto di tutto, ho letto di tutto e non starò qui a fare cmd C cmd V (ctrl C ctrl V per i diversamente Apple). Sto cercando, in queste righe, lo spunto per dire qualcosa di diverso, di mai letto, di mai sentito, ma mi è difficile fare un ragionamento su di un Presidente di una nazione che, è vero, gestisce a suo piacimento, come i cassetti del bagno padronale, le basi militari di intere nazioni ma, è così distante - fisicamente/geograficamente - che non riesco a farmene un cruccio. Non l'ho scelto io, non l'hai scelto tu. E nemmeno gli Americani l'hanno scelto: non tutti. L'errore di fabbrica della democrazia: sei persone su dieci decidono il destino di altre quattro. Ops, sono cose già dette queste. Ed è stato già detto che è facile, di questi tempi, ormai dimenticati gli orrori lontani del secolo scorso, far leva sull'odio, l'intolleranza, l'insoddisfazione, l'ignoranza. Ci riescono in pochi, ma hanno quasi sempre le stesse caratteristiche: egocentrici, sessisti, accentratori mediatici, carismatici, con parecchie tare mentali. Ma, personalmente, non è tanto Trump ad inquietarmi, le follie del personaggio, le amenità della campagna elettorale, né il cadavere di Garfield come parrucchino (altra cosa già detta, più o meno). Mi inquieta il suo popolo. Mi inquieta il popolo che non legge, il popolo che dimentica o che non vuole ricordare, il popolo indifferente, il popolo dell'inciucio televisivo facile, mi inquieta il popolo che non sa innamorarsi degli occhi e dell'anima che si aggrappa dietro a questi e però si lascia entusiasmare feticisticamente dal corpo, dall'estetica, dal bisturi, dalle protesi al seno; mi inquieta il popolo che non conosce il piacere del cibo, di apprezzare i diversi sapori di un piatto, né quindi capire che le pietanze più buone sono quelle uniscono e non quelle che dividono gli ingredienti; mi inquieta il popolo del fast food, il popolo della fretta, che non ama osservare, ragionare, dialogare, litigare, comprendere, tornare ad osservare; mi inquieta il popolo che crede che tutte queste inquietudini siano elucubrazioni da intellettuale vecchio, retorico e incapace di vedere alle qualità dell'uomo medium mediatico in grado di far breccia nel cuore di milioni di cittadini uguali a lui: egoisti, xenofobi e guerrafondai; di fatto, forse è vero che tra Trump e la Clinton non ci sono differenze blàblàblà ( tipo che la Clinton è stata percepita come parte del potere, mentre Trump come il cafone, l'uomo del popolo, che ce l'ha fatta), ma è proprio questo il punto: che i sei decimi del popolo americano hanno scelto un uomo a sua immagine e somiglianza; (dunque) mi inquieta il popolo nazionalista, il popolo dei muri, dei recinti, dei silenzi e delle urla. Di fatto, mi inquieta l'Italia, mi inquieta il mondo che ne sta uscendo fuori. Però, com'era la storia della democrazia? Su dieci, sei decidono? Bene, gli altri quattro gli fanno il culo a stelle e strisce. Eh sì, sono stato retorico, ho scritto forse una cosa vecchia, ma la colpa è della moglie del pescivendolo che mi ha detto che nel pesce c'è tanto fosforo, fa bene alla memoria, e ha aggiunto che allenare la mente fa bene e, a lei, non sfugge mai nessun ricordo.
0 Comments
Leave a Reply. |
RaccomandazioniQui leggerai racconti, idee, sfoghi, calembour, pasticci, riflessioni, soliloqui, turpiloqui e recensioni. Clicca per la Pagina
Archivio
March 2019
|