Quasi quasi mi manca il 2014. Cioè, per quanto mi riguarda, va tutto come al solito: niente di nuovo. A casa tutto bene. Scrivo come al solito, sebbene non freghi a nessuno. Suono sempre in giro, dove mi capita, soprattutto per strada e questo è quanto. Tutto normale. Il problema è quando decidi che il tuo io debba per forza di cose lasciarsi trasportare dagli eventi che lo circondano. Sono una persona piena di vizi: fumo, mangio, bevo, ho le mie perversioni e il mio girovita non si nasconde dietro a un dito, proprio non può. E tra i tanti vizi c'è questa cosa che si chiama partecipazione. Che brutta parola. Tanto brutta come quell'altra che fa tipo così: trasporto. Fa un po' rima con asporto, termine preferito dalla mia panza (chiamala scema), ma va be', sto divagando. Insomma, questi giorni sono stati giorni pieni di trasporto. La morte di Pino Daniele ha segnato inevitabilmente quest'inizio a tanta gente. Eppure, il trasporto, la partecipazione di massa, nemmeno ci ha trovati d'accordo. Tutti hanno avuto qualcosa da dire e da ridire. Da Nord a Sud è stato un tripudio di considerazioni. La democrazia permette anche ad un analfabeta come il sottoscritto di dire cose, tante, seppure prive di senso, figuriamoci se non lo permetta ad una selvaggia qualsiasi. Funerale doppio sì, funerale doppio no. Tutto è lecito. Pure la commercializzazione. Tipo santini, maglie celebrative, società sportive ravvedutesi after death e compagnia bella. Magari un tour in tutta Italia del feretro pure non sarebbe male o un giro di campo, ha ironizzato qualcuno. E a proposito di satira e ironia, queste maledette. Il 2015 è il loro anno. Me lo sento. C'è qualcosa nell'aria che me lo fa pensare. 3...2...1... e subito, tarattattà, sono state tirate in ballo e messe al centro di un altro dibattito ai limiti della gentilezza: buongiorno salve, qualcuno ha ordinato del piombo? Prego, si figuri. Non entro nel merito. Non ne capisco niente di satira, delicatezza, rispetto e dispetti, ma nemmeno di kalashnikov e intolleranza. Però basta, davvero: rischierei di fare retorica e a nessuno piace leggere cose dette e ridette, così come a nessuno piace vedere la trinità che s'incula divertendosi. Io una risata però ma la sono fatta, ma può darsi che io sia una cattiva persona, certo. D'altronde, io, non so proprio nulla di questa rivista, lo ammetto. L'ho scoperta dopo la tragedia. Ho letto qualcosa, qualcosina in realtà, ed è comunque troppo poco per transfigurarmi e rinnegare il mio nome e cognome, così, su due piedi. Je suis Francescò Amorusò ed è già tanto complicato, signori miei, credetemi. Però, se la libertà di esprimersi è sacrosanta al punto che tutti si sono messi a far volteggiare in aria matite, manco fossero giavellottisti in una finale paraolimpionica, l'importante è non ironazziare su: 1) i preti pedofili 2) i profeti 3) sul modo di essere di certi (meglio specificarlo) napoletani. Perchè se dici che certi napoletani sono una chiavica, allora sei un sabaudo di merda. Certe cose possiamo dircele soltanto tra noi, sottovoce e lontani dal nemico invasore. E sia chiaro, sono un revisionista, di quelli che s'appiccica con tutti gli Juventini perché Napule è mammà. Però stop, basta con questi campanilismi. Adesso parlo come appartenente, mio malgrado o per fortuna, al popolo italiano. Siamo in continuo aggiornamento noi, ma installiamo solo virus. Tipo ti liberi ( più o meno) di un Silvio e sputi in faccia a un Umberto? Niente paura: eccovi due Matteoni tenerissimi da prenderli a morsi. Due bambini pronti a decollare. Arriva un bastimento carico carico di... Siamo un popolo illuminato noi. Guardiamo la Francia dal buco della serratura e siamo convinti di aver visto il mondo. Come quei film zozzi in cui Alvaro Vitali guarda la Edwige Fenech di turno attraverso l'occhiello sporco di pittura. Distruzione e distrazione di massa, questo è. Quando una vocale ti viene in aiuto per il più becero tra i giochi di parole. Tra la censura made in italy e la Santanché, che minaccia di pubblicare in Italia Charlie Hebdo, ci sono i festeggiamenti e i sospiri di sollievo della morte dei due presunti terroristi. Tutto ciò, mentre in Nigeria le vittime sono duemila, ma chi ne parla? Nessuno, in pochi almeno. E tra quei pochi, in quanti sono davvero indignati da non limitarsi a scrivere un post su facebook? Je suis désolé. Poi, mentre scrivi, scopri che oggi è morto pure Francesco Rosi. Riposi in pace. Come l'ho scoperto? Grazie al centinaio di RIP che mi sono trovato in bacheca. È una grandissima perdita, ma nessuno si metterà in piazza a recitare in coro e a memoria i suoi film(s). Che poi, sì, ok, ma a 92 anni, come si dice?, ci metterei la firma. Sono indelicato? Può darsi. Sono proprio una brutta persona. D'altronde, sono solo i primi dieci giorni del 2015 e già non vedo l'ora che arrivi il 2016. O al massimo, cliccate su rewind e facciamo come se non fosse successo nulla.
6 Comments
PatPat
12/1/2015 07:12:31
Sei il mio mito.
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Frà
12/1/2015 12:26:54
grazie :) <3
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vincenzo de martino
13/1/2015 03:43:58
bellissima la scelta della foto della santanchè ahahhhaha
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stefano
13/1/2015 05:27:09
ahahah! il 2015 potrebbe intitolarsi "La morte improvvisa" chi viene ucciso, chi muore, chi si spegne.... dai dai su :) la morte è solo un ottusa interlocutrice :P bisogna pur capirla.... bellissima la foto ahahahh a "OOOOOOOOO" whahwahhawh
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silvia
15/1/2015 05:29:56
ecco... immagine perfetta della società attuale...!!! per fortuna ... ci scappa anche un sorriso!!!
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