26 Luglio 2004 All’epoca sembravamo più esperti avvocati, tra ricorsi al TAR, speranze e rabbie, che allenatori civettuoli, di quelli esperti - senza motivo alcuno - di cambi di gioco, moduli e calciomercato, di quelli col patentino preso di diritto dopo tanti anni di appiccicate al bar. Gaucci aveva proposto il fitto del ramo d’azienda. Non glielo permisero. La Coavisoc aveva bocciato l'ultimo ricorso del Napoli che sarebbe fallito da lì a poco. Vista com'è andata a finire all'ex proprietario del Perugia, mi sa mi sa che a noi è andata meglio così. Ad ogni modo, proprio Gaucci aveva messo su un evento dal titolo "Orgoglio Partenopeo": non ho mai capito bene cosa fosse, se un concerto, un bagarre di proclami vuoti e populisti, un po' l'uno, un po' l'altro, ma io avevo sedici anni e l'idea che il Napoli, il mio Napoli - anche se brutto, sciatto, vergognoso, infarcito di, Manitta, Tosto, Quadrini, Vieri (Max), Renato Olive, Giuseppe Savoldi, David Sesa, Mario Cvitanovic, Zanini, Pasino e altra gente che oggi probabilmente lavora in un Call Center - potesse essere cancellato dal pianeta calcio, mi faceva soffrire assai. Che volete? Vi ho detto, avevo compiuto sedici anni da un paio di mesi scarsi, tenevo mezza fidanzata e una marea di altri problemi. L'adolescenza è a modo suo un macigno sul groppone, sopra al collo, in mezzo all'acne. Per l'occasione, le due curve, tutti i gruppi della tifoserie azzurra si unirono sotto l'omonimo e unico nome "Orgoglio Partenopeo". Ero stato solo altre due volte allo stadio, ma non mi aveva entusiasmato. Pigro, pantofolaio, abituato alla telecronaca, al replay, alla bestemmia domestica, ho sempre preferito vedermela comodamente sul divano, la partita. Però quella era la nostra 'festa', un modo per dire "uèuè, ma che state cumbinanne? Lasciatece sta 'o Napule". Già: "Con tutta la merda che c'è in giro, la camorra, la sfaccimma della gente, i parcheggiatori abusivi, Berlusconi e Prodi vari, voi vi mettete a pensare al calcio"? Da premettere: il ricavato delle vendite del biglietto (5€) fu devoluto per metà all'Ospedale Santobono. Già, e comunque bisogna volgere lo sguardo da una parte e dall'altra. Qua non possiamo mica piangere sempre: Troisi, pace all'anima sua, docuit. Diffido sempre di chi ha come unica preoccupazione i mali del mondo, soprattutto se non ha ancora capito come si lavano i panni nella lavatrice, soprattutto se si ricorda de "i mali del mondo" solo quando deve ricordarteli a te. Comunque, ci andai con mio Zio. Volevamo dare il nostro contributo. Volevamo anche noi dire "uè uè, lasciateci stare 'o Napule". Erano previsti 40.000 spettatori, 40.000 macchie azzurre. Da fuori, mentre ci avvicinavamo allo steward, si sentivano tutte. Anche io tenevo la maglietta azzurra, una del Napoli, una di quelle sintetiche che già normalmente ti fanno sudare e puzzare come un elefante dopo che si è fatto una sciammeria con l'elefantessa più zozza della savana, figurati in pieno Luglio. Salimmo le gradinate, passo dopo passo ancora ricordo le sensazioni, quelle sensazioni, le mie, sudate, maleodoranti, tremanti, innamorate, tenevo sedici anni, mezza fidanzata, ché l'altra metà del cuore era per Manitta, Tosto, Quadrini, Vieri (Max), Renato Olive, Giuseppe Savoldi, David Sesa, Mario Cvitanovic, Zanini, Pasino, per il Napoli. Anche con Ignoffo, anche in C contro la Massese. Per il Napoli. Eravamo lì, sentivo sotto i piedi il coro, le gole, le mani. Raggiungemmo la cima, vidi il campo, tutte le grida del coro, 39.998 voci, mi entrarono in petto. [ "39.998 trogloditi che si lasciano rimbambire dal calcio, poi se aumentano le tasse, esplodono le bombe, ecc....". "C'avite rutte 'o cazz". ] Ricordo che esclamai "Madonna" e niente più. Capii di essermi innamorato, follemente, oltre ogni logica, oltre la rabbia, oltre i torti sportivi, oltre il dramma di un'esistenza che regala poche gioie, ma ti dà - a volte, per fortuna - la possibilità di scegliertele. Io ho fatto le mie: la famiglia, l'amore, i libri, la musica e il Napoli. Anche se mi ero promesso di dire basta con il Calcio. Stop. Buon Compleanno. 90 anni, ma comme si tosta! "Un giorno all'improvviso mi innamorai di te".
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