Mi ero ripromesso di non scrivere nulla per qualche giorno. Il troppo storpia. Si dice così no? E poi? E poi? Ma che idea, ma quale idea... Mi ero ripromesso di non scrivere anche perché a breve dovrebbe uscire questo beneamato nuovo singolo e siccome inizierò a rompere i coglioni, avrei voluto un po' di quiete prima della tempesta... ma... ma... eh, mmh... Cos'è che ha improvvisamente ridestato in me la smania della comunicazione forzata di ogni mio pensiero col mondo adiacente, esterno e circonflesso? Qual è il motivo per cui questo spiritello infamoncello, che alcuni chiamano scrittura mentre altri mania di protagonismo, ha deciso di nuovo di presentarsi dinanzi a me con tutta la sua cazzimma? Un ricordo affiorato dall'incontro con un caro amico. Sapete? Lo strimovcounscioseniss per dirla alla Joyce. Oppure l'intermittenza del cuore se vogliamo fare i fighetti cultori della letteratura francese che hanno letto 1/7 di Proust. L'incontro ha partorito in me una serie di riflessioni tali che le ho acchiappate, le ho frullate e ne ho fatte una frittata! Yeah. Si dice così no? Sia chiaro, nulla che dirò potrà essere utilizzato contro di me, né qui né nelle sedi opportune. Non c'è malizia, tanto meno retorica in questi fonemi agganciati tra loro puramente in maniera fortuita. Nulla contro quell'amico, anzi. È tutto un pretesto per parlare della politica e del rapporto che ho con questa ambigua figura astratta ma aleggiante nelle strutture apposite. In pratica, questo è il fatto. Un paio d'anni fa mi invitò ad un'iniziativa culturale per parlare dei giovani e del territorio. Ci andai contento anche perché due anni fa ero effettivamente giovane e poi ho sempre avuto una passione per l'agricoltura. Vabbè, questa l'ho capita solo io... A capo di tutto, a vegliare dall'alto, in pieno stile grande occhio di Gatsby, il simbolo di un partito. Vade retro Santanché! Non ho mai voluto aprire campagne elettorali di nessuno, anche se mi è stato proposto più di una volta. Una platea di gente disposta ad ascoltarmi e l'ho rifiutata ... e continuo a rifiutarla. Prego, chiamatemi fesso. Che posso farci se non ci riesco? è più forte di me. Con un colpo da maestro nel canestro (www.rimariobross.net), Dante mi lancerebbe tra gli ignavi, è vero. Ma anche tra i golosi e i lussuriosi. Che malandrino, sono proprio un incontinente! Da bravo cittadino vado a votare però, in barba a ciò che dice Mark Twain su Facebook. Ci credo nel voto. E chi mi conosce e ascolta le canzoni sa che io blablablabla, partecipo ogni blablablablba e credo fortemente in blablablablabla... Il fatto è che ho un forte spirito di contraddizione. Non riesco a tenere salde le mie di considerazioni, come potrei esibirmi per un partito che, significato alla mano, rappresenta una parte, in cui, per giunta, c'è gente che va d'accordo sempre, quasi, ogni tanto, per finta, almeno fino al voto. Per carità! Non ho la presunzione di voler arrivare ad ogni costo a tutti. No, no. Sarebbe una conquista già arrivare alla dirimpettaia. Secondo voi dovrei sorseggiare un cocktail a piazza Bellini, ringraziare, sorridere e parlare di musica indie e proletariato? Potrei, mi piacciono molto i cocktails. E anche gli stuzzichini. No, sul serio. Ve l'ho detto che sono pieno di vizi, no? A un evento culturale promosso da Movimento fasci e maltello ci andrei. È un altro conto. Tutto diventa salotto, discussione. Tutto non verrebbe ingabbiato da stupide etichette. Porto il mio modo di essere, con la mia testa. Senza ghirlande e spara-prezzi. È un caso che le mie ideologie tendano verso un lato. Forse no, ma sono le mie idee e ne ho l'improbabile e poetica esclusiva. E poi la politica non mi ha mai dato niente, se non gli argomenti. Ma forse, e dico forse, vorrei soltanto essere apprezzato per i miei contenuti, i miei modi di scrivere, le mie ideologie, e non perché s(u)ono su un carro su cui – combinazione! - si urlano i miei stessi contenuti, le mie stesse blablabla eccc Comunque, a quell'evento ci andai. Era un salotto. La mia arte (o presunta tale) a disposizione dell'ascoltatore. Comunque una parte, direste voi. Ed è vero, tuttavia mi sono scocciato di giustificare le mie contraddizioni. Visto? Pensatela come volete. Volevo solo raccontare un fattariello e alla fine siete riusciti a disturbarmi, entrandomi nell'inconscio, nella testa e nella nuvoletta con le vostre insulse “osservazioni”, al punto da farmele diventare addirittura ossessioni. Comunque... tornando a prima... Non c'erano soldi, ok? Personalmente, quando sono certo che di soldi non ne girano e non c'è speculazione e ci sono buoni argomenti di discussione, mi fa piacere esserci, a prescindere dalla retribuzione, dal compenso o dal cachet (www.sinonimi&contraridamettereadlibitumperfareifighi.com). Che commuovente ingeuità... Prego, prego... fate pure... chiamatemi di nuovo fesso. In realtà, ad essere sincero, ed è questo il motivo di tutto questo ambaradam, un compenso lo ebbi. Per sdebitarsi, infatti, questo mio amico mi regalò una copia di On the road di Kerouac, quello beat, quello figo, strafatto e sempre 'mbriaco al punto che la Pivano, per tenerlo a bada durante un'intervista, fu costretta a prenderlo per il culo versandogli continuamente acqua in un bicchiere sporco di gin lungo il bordo. Del regalo, comunque, fui contento. Davvero. Volevo leggerlo da tempo, ma non ne avevo mai avuta l'occasione. Sono il tipo che accatasta libri. Libri pagati un euro, massimo due, tre se proprio vogliamo esagerare. Avete presente quelle occasioni imperdibili che non puoi fare a meno di acquistare, che metti in pila, di fianco, per terra, sul comodino, che, prima o poi, prenderanno vita e – con la scusa di una nuova riforma scolastica – ti occuperanno casa e dovrai chiamare la digos per sgomberare il tutto? Ecco, più o meno così. Però, per farla breve, on the road ancora non era tra i miei accatastati. Quello fu il mio unico contatto con la politica, se vogliamo chiamarlo così, e la mia paga fu Sulla Strada. Tié! Un pensiero carino, non trovate? Però, mi fa ridere se penso alle mie ultime esperienze da busker. Fa ancora più ridere se penso che con le nuove riforme è questa la fine che farò... Sulla strada... ahahah! -Beh, mmm, no, non fa ridere... - vabé, diciamo sorridere - ehm... -nemmeno? Va bè, allora... flettere un po' la bocca da un lato, ok? No? Ma che cazzovolete?
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