"Napoli in questo momento è uno specchio rotto, spaccato in tanti piccoli pezzi che riflettono soltanto le utopie di una terra che non è mai stata in grado di mantenere le proprie promesse". Lo ha scritto il mio caro amico Vincenzo Strino sul suo blog, il Terronista. E sono d'accordo. Facciamo un semplice paragone: è come quando De Laurentiis, col calciomercato aperto, in piena campagna abbonamento, durante la festa pre-ritiro, parla di scudetto e di crescita del progetto e poi, conclusosi il calciomercato, ti ritrovi Gargano, Michu, De Guzman, Koulibaly, Andujar e soprattutto, fatto non trascurabile - tale è la schifezza che ti è restata addosso - hai ancora Britos in rosa. Le attese sono tante, milioni di milioni, ma le delusioni sono sempre dietro il vicolo, appena giri l'angolo. Come si dice? Una è direttamente proporzionale all'altra e, insomma, c'è sempre da rimanerci di merda. Eppure, le opinioni intorno alla nostra amata squadra sono tantissime. Ad esempio, ci sono i rafaeliti, accaniti sostenitori del tecnico che invece puntano il dito contro la società. C'è chi se la prende col mister e chi con l'arbitro. Chi parla di sfortuna o di è tutta colpa di Juvemerda. Insomma, gli specchi rotti sono tanti e, per chi ci crede, gli anni di sfiga si moltiplicano di fammento in frammento. Ognuno vi si specchia dentro a suo modo. Anarchici, vanitosi e permalosi, chissà cosa ci vedono: vite parallele, incubi, castelli cadenti, aerei che partono e che arrivano, ciottoli, lastroni, pietre laviche, messe una sopra l'altra, a mo di piramide, bambini che fanno l'elemosina coi denti sporchi di muco, oppure angeli con le ali fatte di sfogliatella e che giocano a rincorrersi sulla spiaggia. Chi lo sa. Non so se è la giusta interpretazione che Strino ha voluto dare alla frase in grassetto, ma so che quando penso a Napoli, e alla sua arteteca spasmodica sottocutanea, mi viene spesso in mente il Vesuvio. In questo preciso istante, ora che sento le gambe indolenzite, ci penso ancora di più: proprio questa mattina ho fatto un bel giro sul cratere. Oddio, bello no. Dopo una sola seduta di palestra, dopo anni di atrofia musicolare, duecento metri di salita mi hanno stroppiato la giornata. Fatto sta che il Vesuvio è l'immagine perfetta. Quale popolo andrebbe a vivere nei pressi di un vulcano dormiente ma che ha tutta l'aria di farsi sentire, prima o poi? Questo è: qualcuno a guardarci, parlarebbe di coraggio, indifferenza, strafottenza suona meglio, rapporto uomo-natura di tipo leopardianamente ginestrale (eh?), altri di scemaria. Ecco, appunto: siamo divisi tra coraggio e scemaria, ma a dirlo, qualcuno punterebbe il dito contro. Non bisogna parlare male di Napoli. Napoli è mammà. E poi i panni vanno lavati in casa. Vedete, a volte penso che i bistrattatissimi panni stesi al sole non siano altro che un'inconscia volontà di ostentare la pulizia. Ci hanno chiamato e continuano a chiamarci colerosi da ormai tanto tempo, che vogliamo dimostrate al mondo intero che, in realtà, zozzosi non lo siamo. Anzi. È come dire: le macchie me le tengo per me, le nascondo, le detergo e a te faccio vedere com'è che siamo puliti, sistemati insomma. Pensa al fatto che mo viene il Papa a Secondigliano. Cioè, nella mia Agila tutta scassata, fino alla settimana scorsa, ogni volta che scendevo il Corso per arrivare alla rotonda di Capodichino, era tutto un tuculiamento continuo, manco tenessi a qualcuno nel cofano a chiavare come i conigli. E poi l'altro giorno mi ritrovo l'asfalto sistematissimo. Via i sampietrini mal messi, dissestati - sembravano intoccabili, ed invece - ed ecco colate e colate di cemento. Stanno potando le piante, ripulendo le strade, ridipigendo i muri e addirittura il cielo, non sia mai piove proprio il giorno che viene il Papa. Che figura di merda sarebbe. Che poi, se ci pensi, per Francesco, il Papa intendo, sai che delusione. Quello viene a Scampia, aspettandosi tremila disperati sistemati a cazzo di cane in quartieri-dormitori organizzati alla meno peggio; uomini con la cicatrice sopracigliare che arriva fin sotto l'ascella e che, ogni mattina, non sa se praticare o meno la famosa filosofia quotidiana del vita mea chitammuorte tua; donne di trentanni invecchiate male che sembra ne abbiano settanta, col capello incartapecorito e le sigarette di contrabbando in mezzo alle zizze; gente depressa e pronta al suicidio di massa – cioè questo crede di trovarsi di fronte a sé un popolo da rincuorare, da invitare a riscoprire Cristo nei propri cuori, da incoraggiarli a continuare a tirare avanti la carrettella, in questa esistenza fatta di delusioni, dolori e offese territoriali, e si ritrova invece una specie di nuovo mondo, più finto ed agghiacciante di quello di Huxley, ma all'apparenza più allegro di un Eden artificiale. Avete proprio voglia di deluderlo. Siete proprio dei cattivoni. E fateglieli usare i suoi super poteri. Jaaaa! Kamekamehaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Però bisogna essere onesti: questa predisposizione al nascondiamo la polvere sotto al tappeto, è una cosa tutta proprio Italiana. Avete presente quando tenete la casa a soqquadro, la mutanda sul divano, le scarpe in mezzo alla stanza, il bagno ancora da fare, i piatti sul lavello e, senza avvisare, ti vengono a trovare all'improvviso degli amici con cui proprio non vuoi fare le figure di merda, e prendi tutto, mutande, scarpe piatti, e butti tutto sotto al divano? Ecco così. Io penso che un americano se ne sbatterebbe, col suo panino da fast food mezzo mangiucchiato e lasciato sul tavolo, tra libri, portatile, cellulare, chiavi di casa e birre. Ma no. Ma che dico. Basta con questi luoghi comuni. Ogni mondo è paese. Pensa ai francesi che hanno la puzza sotto al naso e non capiscono che, se non iniziano ad usare il bidé, il problema non lo risolvono. Non è che se ti meni un profumo Chanel n° 71 nella mutanda, la puzza e le croste di sciorda si levano. Comunque stavo pensado che è come quando mister B. scese in politica per sistemare i suoi problemi - parliamo pur sempre di pulizia - oppure quando risolse il problema dei rifiuti in Campania e, va be', poi, avete capito. Oppure quando è andato a letto con minorenni e prostitute e poi... Ah no, il fatto non sussiste. E va be' niente, volevo dire che stiamo accogliendo il Papa alla maniera del Papy, e invece niente. Niente. P.s. Oggi, ad ogni morte di Papa diventerà ad ogni arrivo di Papa. P.s. 2 Per chi vive a S. Pietro tutti i giorni, sarebbe stato troppo offensivo lasciare i San Pietrini.
2 Comments
Patty primavera!
21/3/2015 04:57:05
Francé! Mi hai ricordato che devo iniziare le pulizie di Pasqua! Mannagg!!!
Reply
21/3/2015 05:07:37
non ci soni comenti x l arrivo del santo padre là città è più buona '''''''''
Reply
Leave a Reply. |
RaccomandazioniQui leggerai racconti, idee, sfoghi, calembour, pasticci, riflessioni, soliloqui, turpiloqui e recensioni. Clicca per la Pagina
Archivio
March 2019
|