Prendi due scrittori bravi, mettili in uno shaker, sbattili bene bene ed ecco a voi "Ogni donna è un segreto" (sottotitolo: "Come sopravvivere alle donne"). Francesco Spiedo e Mario Emanuele Fevola, presi singolarmente, non erano per me una sopresa: folli, appassionati, pieni di talento e ispirati. Insieme, non sapevo cos'avrebbero potuto combinare. A metterli vicino, seduti allo stesso banchetto, col grembiulino uguale, quella pazza sognatrice di Miryam Gison, di cui vi ho già parlato un paio di novel fa, e che non solo gestisce una libreria indipendente ma ha messo su anche una casa editrice con cui aiuta i piccoli bravi scrittori. Hai capito tu che donna? Già. "Ogni donna è un segreto" , e non solo. Ogni riccio è un capriccio e la messa in piega è una rottura umana di un certo spessore. In mezzo a bigodini e colpi di sole si nascondono pettini e pettini di inciuci, invidie, sogni, pensieri, ideali, rabbie, fraintendimenti, no che sono sì e sì che sono minacce, che solo un bravo parrucchiere di quartiere come Luis è in grado sbrogliare. Ed è tutta qui la storia: sentimenti, umori, ricordi, amori da curare con uno shampoo, carezze di attenzioni a forma di polpastrelli. Luis è del quartiere e nel quartiere ha deciso di professare la sua arte, aggrappandosi alle pietre, dandosi, prendendosi e appartenendo per sempre alla sua Napoli. Spiedo&Fevola non dicono di preciso quale quartiere, basta che sia uno, sì, uno qualsiasi ché, dove sopravvivenza speranza e disperazione sono un tutt'uno, ogni mondo è quartiere e ogni quartiere è il milieu romantico adatto in cui far nascere storie vere, in cui Annarelle e Carmele si sfidano a colpi di luoghi comuni, occhiatacce e tinture. Luis ha la ricetta per sopravvivere alle donne, gomitoli imbrigliati di capricci, manie e gelosie, sa come sciogliere la matassa, filo dopo filo, con pazienza. Raggiungere il cuore di quest'intreccio, locus amoenus dell'anima, il perno su cui tengono in equilibrio secolare tutti gli infiniti del mondo, è un arte per pochi ma, se ci si riesce, quando ci si riesce, giocare agli equilibristi insieme a loro è la sfida più divertente che la vita abbia offerto all'uomo. Lo stile è pulito e scorrevole ché quasi ti dimentichi che a scrivere sono due autori, quattro mani, diversi occhi, molteplici sensibilità: devi concentrarti se proprio vuoi scorgere le incrinature, le cuciture tra una penna e l'altra. Come a volersi muovere di pari passo con gli inciampi dell'animo femminile, anche la storia è un intreccio di fatti, descrizioni ed escursioni nell'anima dei protagonisti. Come mio solito, mi fermo all'uscio della trama, giusto giusto un attimo prima che mi venga da spoilerarverla tutta, finale compreso. Mi limito ad offrirvi delle impressioni, le mie: si legge in un morso, anzi no, il giusto tempo che ci vuole prima che arrivi il vostro turno dal parrucchiere, di Sabato pomeriggio. Semplice, divertente e commovente. Una lettura giusta, consigliabile, soprattutto per quel finale che.....
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March 2019
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