Il senso è tutto nel titolo, però non voglio darvi le motivazioni del perché sia importante che si barri la strabeneddettisima casella del sì. Ce ne sono tante, ma dovreste essere voi a farvene un'idea. Non deve essere certo il primo blogger del cazzo a dovervi dire cos'è giusto e cos'è sbagliato. Però... però una cosa voglio dirla. In un paese in cui tutto è stramaledettamente sbagliato, corrotto, capovolto, in cui il presidente del Consiglio e l'ex Presidente della Repubblica ( a proposito, ma Matterella dov'è? Cosa fa? Che dice? Esiste?) invitano a non votare, disattendendo ogni apparente logica democratica, in un paese in cui, il popolo - e cioè noi, io, tu - ha sempre meno voce in capitolo, rinunciare ad esprimere il proprio parere, disinteressarsi delle votazioni, buttare nel cesso l'unico potere che si ha, non raggiungere il quorum necessario per far valere il Referendum, è triste, molto triste: significa dare un buon motivo di pensare agli altri, a chi ci governa, che in fin dei conti sia giusto calpestarci, toglierci a mano a mano ogni potere decisionale, non farci contare un emerito cazzo. Un popolo che smette di informarsi, di studiare, di documentarsi, di capire le dinamiche che avviluppano il suo stesso paese, è un popolo destinato a dover morire. E in fin dei conti se lo merita: un po' quello che dice la Gabanelli qui sotto. Un po' come il paradosso del Panda. Non ricordo dov'è che ho letto che uno dei motivi per cui il povero mammifero made in Cina è in via di estinzione è che non è in grado di evolversi: in pratica, la presenza della sua pappa preferita, la canna di bambù, a causa dei continui sconvolgimenti ambientali, è sempre più scarsa. Ora, però, il Panda - secondo quanto ho letto - ce l'avrebbe pure un modo per sostituire il suo preziosissimo bambù nella sua alimentazione, ché gli basterebbe diventare onnivoro visto che, a quanto pare, sempre secondo quanto ho letto, il suo organismo glielo consentirebbe: sarebbe la soluzione più logica per non farsi schiacciare dall'evolversi - in peggio, ovviamente - dell'ecosistema che lo circonda. Ma il Panda è pigro, non ha voglia di andare a caccia, non vuole evolversi, si scoccia e preferisce restare così com'è. Non gli importa se un giorno morirà, se la sua razza si estinguerà, assolutamente no, fanculo a tutti: lui vuole restare uno stupido mammifero che vuole solo il suo stupido bambù. Ora può darsi che questa storia del Panda sia una grande cazzata, però mi piaceva citarla come metafora per spiegare la deriva dell'italiano medio: uno che rifiuta di evolversi, di informarsi e lascia agli altri, al caos programmato, allo sconvolgimento eco-amministrativo in cui vive, le sorti del proprio destino. Ma no, no, povero Panda. Lui almeno ci crede in qualcosa, muore per un'ideale, per un credo: già, perché il suo atteggiamento potrebbe anche essere visto - trovandovi a tutti costi una stringente motivazione assiologica - come una forte coerenza coi propri principii, come una specie di resistenza vegan-cheguevarista. Sarà pure idiota, se ti porta all'estinzione di tutta la tua specie, ma è almeno un'ideale. Mentre all'uomo che decide di calpestare un suo proprio diritto, che resta ostaggio del quorum, non permettendo che la partita si giochi lealmente, facendo vincere il disinteresse, cosa resta, se non l'obbligo di dover morire e scomparire quanto prima sulla faccia della terra?
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