Io di figli voglio farne tanti e voglio dare loro quello che i miei, a botta di sacrifici, litigate e di cristi stracciati dalla croce, hanno dato a me.
La possibilità di studiare, per esempio, e di comprare - anche se usati, di decima mano - tanti libri, una chitarra, un paio di scarpe e un taglio di capelli decente. Sì, le scarpe servono: comode, ché il percorso e lungo e in salita, possibilmente belle, ché anche l'occhio ha i suoi capricci. E sì, pure i capelli sono importanti, per le motivazioni diottriche di cui sopra. Io di figli voglio farne tanti perché credo di poter essere un buon padre, quindi pieno di difetti, iracondo, ma anche aperto e comprensivo, almeno fino a quando i miei tempi avranno la forza di adattarsi e trasformarsi ne i suoi tempi. Ho voglia di scoprirmi, di ascoltare, di imparare dalla vita, dalla vita dei miei figli; ho voglia di insegnare, di leggere loro un libro, di consigliare quale canzone ascoltare, di farmi consigliare e di inventarmi, curioso dei suoi gusti, ogni giorno. Io di figli voglio farne tanti, ché il tempo è galantuomo, almeno fino a quando non si rompe il cazzo, smette di attendere e ti manda a fare in culo senza complimenti. Io di figli voglio farne tanti, perché so bene cosa significa essere figlio, e quanto sia dura fare i conti con le ore, i giorni e gli anni. Basta un giro con gli amici di una volta, un caffè al vecchio bar fuori al viale, un occhio al calendario e ti scopri maturo e pronto con la testa. Io di figli voglio averne tanti, ché avrei l'amore per poter far mie le voglie di un figlio meno fortunato, nato al di là della sorte. Detto questo, l'Italia non è terra di creatività, figuriamoci di creazione. In bocca a lupo, a tutti i candidati genitori. Abbiamo il vostro curriculum, vi faremo sapere.
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March 2019
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