Ci risiamo. Si fa presto a commentare. Alzi la mano libera chi, il video in questione, non l'ha visto, per curiosità, per riderne, per commentarlo, per dire - come sempre - la sua. Alzi la mano libera chi, prima di oggi, si era chiesto che fine avesse fatto la ragazza. Alzi la mano libera chi in quell'altra non ha il mouse da scagliare in mezzo alle pietre di chi è senza peccato. Questa è una brutta storia. Pietosa per com'è iniziata, drammatica per il finale. Nel mezzo, il vuoto e qualche grasso sibilo di risate, già. Ora? Ora pare che non si aspettasse altro per giudicare. O forse no: la verità è che nessuno ne ha più parlato. Come tante altre cose, il web ha saputo fagocitare e trasformare in deiezione-ricordo anche il caso Cantone. Così come il terremoto, poi le vignette, poi la bambina violentata di 13 anni, poi Renzi, poi Monti, poi Berlusconi, poi il capello biondo di Insigne. Si vede, si mangia, si caca - magari assumendo una posizione di 35° gradi che è meglio - e il tempo di una sigaretta e anche questa ce la scordiamo. Sinceramente, stranamente, in questo caso, le idee chiare non le ho: è che mi urta questo puritanesimo della coscienza. Tutti candidi, tutti puliti. Resta il problema Mi pare facile parlare di cyber bullismo. Facile accusare. Facile commentare. Facile criticare. Facile dopo. Facile prima. Quindi, shhh.
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March 2019
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