Sabato Otto agosto 2015. Fa caldo e sono le 00:02. Ecco, vi ho appena dato due informazioni inutili. In realtà, una di queste ne include quattro, e cioè vi ho detto che oggi è Sabato(1a), precisamente l'otto (2a) del mese di Agosto (3a) dell'anno 2015 (4a). Poi vi ho ricordato che fa caldo, abbastanza da dovervelo ripetere più e più volte, qui sul blog, su facebook, su twitter, oppure, piano piano, un bisbiglio crudele, nell'orecchio, lamentoso, fastidioso, come una coppia di zanzare pronte ad accoppiarsi, guardaunpo', sulle vostre tube di Eustacchio, proprio mentre state per addormentarvi, con il collo inzaccherato tutto di sudore. Ma a dire la verità, proprio stasera, tira quel filino di vento che è un piacere pure l'8 Agosto a casa. Infine, vi ho fatto notare di avervi dato due informazioni pressocchè inutili, vista la capacità di rendervene benissimamente conto da soli che oggi è Sabato 8 Agosto 2015. Non so, però, se avete anche notato il fatto che vi ho dato una terza notizia inutile, anche se, a rigor di logica, sarebbe la sesta, visto che vi ho prima informato del fatto che oggi è Sabato(1a) 8tt8 (2a) Agosto (3a) 2015 (4a), fa caldo (5a). Ad ogni modo, dirvi, all'inizio di uno scritto, che sono le 00:02 è inutile, perchè, nel frattempo, questa notizia è diventata anacronistica, falsa, non più utile. Voi vi starete chiedendo dove voglio andare a parare ed io dovrei darvi una risposta, una risposta che sia quanto meno un pizzichino più utile del sapere che oggi è sabato 8 Agosto DuemilaQuindici e che fa caldo. Abbastanza da non dormire ancora. Abbastanza da svegliarmi, già lo so, affogato nel sudore. Nonostante quel filino di vento. Se parli col nonno, una risposta te la saprebbe dare. Lui ha una risposta a tutto, anche se non è quella corretta, anche se non è quella corrente, almeno non per l'otto Agosto Duemila e 15. Mio nonno è sopravvissuto alle bombe. E non lo dico così, a caso, tanto per. Tutti noi nati negli anni della caduta del muro di Berlino, o giù di lì, hanno un nonno che ha vissuto la guerra. Cioè, a belli, la guerra. Mica Napoli Cittadella 3-3. Però, a lui, la bomba gli è caduta inesplosa a un palmo di naso. Lui era lì, non so a fare cosa, forse a vivere semplicemente, e all'improvviso, dal cielo, dal punto in cui credi possano piovere angeli, coriandoli, chicchi di riso, cacate di piccione, al massimo pioggia, ecco che ti spunta una bomba. Fortunatamente, non esplode. Quando uno non deve morire. Mio nonno, con la tessera, andava, da Piazza Municipio, fino in un non so che posto a FuoriGrotta a ritirare il pane. E ci andava a piedi, o se gli andava bene si attaccava al tram. Dio, non trovate che questa sia una bella espressione? Si è persa nel tempo, nello spazio, nello smartphone, sicuramente nel dialetto, senza che, chi lo pronuncia si renda conto oggi – in generale, e non nello specifico 8 8 duemilaquindici - del perché e del per come. Mio nonno si faceva a piedi, Piazza Municipio-Fuorigrotta. Sono circa 5 chilomentri e 4. 1h e 11min ad andare e 1h e 11min a tornare. Me lo ha detto google. Ed io mi scoccio pure di alzare la penna che mi è caduta a terra. E infatti lì l'ho lasciata. E penso che domani, 10 Agosto 2015, potrei trovarla ancora nello stesso punto, se non passa qualcuno ad alzarla al posto mio. Sono pigro, ma di una pigrizia che.... mi scoccio pure di trovarvi un termine di paragone o chissà cosa. Mio nonno era comunista, oggi, 2+6/ 8/ 20quindici, lo è molto meno. Si è stancato. Si è letteralmente cacato il cazzo. Vede i nipoti che conservano addosso l'argento che aveva addosso lui quando era giovane e si incazza. Si incazza perché pure lui ha avuto i suoi ideali, le sue lotte, i suoi compromessi non accettati e si incazza nel vedere che lo stiamo seguendo pari pari. Mio nonno, anzi il fratello, una volta, tanto tempo fa, quando guardarsi negli occhi era l'unico passatempo, ha trovato cinquemilalire in mezzo alla spazzatura. Cinque milalire? Hai capito cos'erano prima 5milalire? Un fazzoletto grosso così. Dice sempre, indicandomi le misure, senza mai preoccuparsi di risultare ambiguo nel suo gioco di mimo, indifferente all'idea che possa passare qualcuno proprio nell'istante in cui mi mostra le forme della ti rendi conto la 5milalire? Cinquemilalire negli anni '40, eh. Non i nostri due euro e dispari. C'hanno mangiato per due mesi. La famiglia del nonno non era ricca. Anzi, lo era, ma poi il papà, imprenditore di Bitonto trasferitosi a Napoli, non so come quando e perché, si fece raggirare e divennero poveri. Mio nonno aveva nel cassetto un'agenda in cui scriveva della sua vita. Non lo trova più, ma avrebbe voluto farne un libro, il cui titolo, dice, sarebbe dovuto essere più o meno così: “Sono nato ricco, ho vissuto da povero, non so come morirò...”. Mio nonno ha condotto una gioventù grama, di certo non agra, ma comunque acre. A rigor del vero, poi è riuscito a rifarsi sulla storia, facendosi valere prima da operaio, poi da piccolo imprenditore. E ha sempre giocato secondo le regole del gioco. Non hai mai imbrogliato, tanto che se Marx fosse vivo lo eleggerebbe a campione del perfetto gentiluomo dell'industria.. Ma mio nonno dice che è stato stupido e che, se avesse fatto come tutti, ad Arcore, ora, ci starebbe lui. Mio nonno vuole convincermi che ha sbagliato tutto nella vita, ma non ce la fa. Non ce la fa a scalfire l'idea che ho di lui. Anche se è un uomo normale e, sicuramente, nella sua vita avrà fatto le sue cazzate, non cambia la mia opinione. Sono orgoglioso di avere quarti di litri di sangue simili al suo. E comunque, potesse tornare indietro, sono sicuro farebbe ancora tutto ciò che dice non farebbe più. Chi nasce tondo non muore giàgiàgià. Mio nonno dice che, quando era giovane, faceva la fame perché non avevano soldi per comprarsi quello che voleva, ma giusto il giusto per aggiustarsi lo stomaco. E oggi? Oggi, a sentirlo, farebbe la fame perché ha problemi di trigliceridi e alla colicisti, dice, ma in realtà mangia abbastanza da non sentire la fame per almeno tre quatto giorni consecutivi. Mio nonno aveva e ha una voce bellissima, e canta canzoni che io non conosco. O almeno, non conoscevo prima che me le facesse ascoltare. “Ta vuò fa fa' na foto”? Mio nonno ha visto morire un figlio. Anche mia nonna, eh. E conservano e nascondono il dolore, vivendo e sopravvivendo per i nipoti che, ad avere un quarto della loro forza, smetteremmo di lamentarci delle cose per cui ci lamentiamo solitamente noi. Mio nonno è sopravvissuto alla guerra, alla fame e a tante altre cose, e non si mette a fare i selfie, però se mio nonno fosse mio coetaneo, oggi, 8 8 2015, sono sicuro che se lo farebbe un selfie e lo pubblicherebbe pure su instagram. Ogni uomo è un uomo più o meno cerebroleso come tutti gli uomini della sua medesima stessa umani-età. Mio nonno mi regalava gli aquiloni. O, scusate, ma sono le 0.16 e sto facendo confusione. Il nonno degli aquiloni era l'altro, quello paterno. Un uomo pio, devotissimo, che aveva un modo tutto suo di edulcorarsi la bestemmia. Era talmente timido che aveva paura pure di giocarmi. Insieme, davamo da mangiare ai piccioni, io che dei piccioni, ancora oggi, ho sempre avuto paura. Già, che posso farci, è una mia fobia, abbiate compassione. Non biasimatemi. Ognuno ne ha una. Mio nonno qualcuna ne ha, anche se fa finta di non averne. Mio nonno, quando entrava in casa, lo riconoscevamo da alcune note di fischio con cui ci salutava. Mio nonno conosce le barzellette più divertenti e alcune le riciclo come miei cavalli di battaglia. Mio nonno mi ha insegnato ad attraversare la strada. Mio nonno, se gli chiedo qualcosa, lui non mi dice mani di no. Mio nonno mi ha passato buona parte del suo dna, e me lo conservo caro caro. Mio nonno, sapessi scrivere, glielo scriverei io il libro della sua vita. Di certo grama, non agra, ma acre sì. Qua e là un po' di gioie mal bilanciate, un paio di imprecazioni, un'automobile, una riabilitazione, una cinquemilalire, della legna da vendere per farne carbone, una bomba, l'infarto, la paura, l'amore il pesce fritto, corse e corse, sulla fascia, un goal, un'altra corsa, e corse e corse, e corri Peppì, Angelo arò fuje?, biciclette, aragoste comprate per far piacere ai nipoti, una vita di risate, una risata di troppo, la tv, crederci, farsi illudere, non capirci più niente, un cuscino tra le gambe, un limone in bocca, a Vasto, le sue storie, quelle a cui la nonna non crede, le notti a studiare, il diploma, il ferro, una vita in mezzo al ferro, il circo, il mare, e poi tutta una vita che posso solo immaginare. Mio nonno, forse nemmeno sa che giorno è oggi. Neppure lo guarda più il calendario. Io gli direi è Sabato 10 meno 1 Agosto Due 0 uno 5, e lui mi risponderebbe Francè, e quindi? Il fatto è che puoi accumulare quanta esperienza vuoi, ma non riuscirai mai a raccoglierne tanta da riuscire poi a diffonderla in/dentro chi vuoi bene. Non fare come quando purché poi tu non senta e veda ciò che vedo e divoro io coi pensieri al buio prima di sparare tutta una serie di frasi sconnesse ma con in pugno mere verità arraffate in incubi vestiti a sogni, in una città che si mantiene a stento. Mio nonno queste cose le sa. Anche se oggi è 8 Agosto Duemilaequindici. Anche se non sa che a volergli bene è facile, a dirglielo un po' meno.
1 Comment
Patty
11/8/2015 15:37:12
Tuo nonno. Ricorda un pochino il mio. Solo un po'. 😊
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