2:14, siamo io e una tazzona blu di Superman, in cucina. Aspe', specifico, ché, nel 2016, la lingua è ancora una gang bang di polisemie zozze, che crea spesso confusione e è nnato nu criaturo è nato niro: la tazzona è mia, non l'ho scippata di mano a Superman. Semplicemente, ha lo sfondo blu e un grosso logo del suddetto eroe. Che poi, sarebbe stata ardua l'impresa di scippare di mano a Superman una qualsiasi cosa. Certo, con un pugno di kriptonite, sarebbe pure possibile, ma dove la trovi una kriptoneria aperta, a quest'ora, alle 2:18? Ad ogni modo, mi son fatto un po' di camomilla: è questo il contenuto del tazzone con sopra stampato il logo di Superman. Il fatto è che non ho sonno. La nostra è una generazione, come dire, curiosa. E già. Qualcuno direbbe strana, sciocca, bruciata, persa, beat, svogliata, ma io vi dico che è curiosa, ma non nel senso che è incuriosita, eh, per carità. Io dico proprio nel senso napoletano del termine: curiosa. Pensateci. Non abbiamo mai un cazzo. Non abbiamo un lavoro, non abbiamo futuro, non abbiamo soldi, non abbiamo sanità, istruzione e sicurezza a norma d'uomo del 2016, non abbiamo un presidente del consiglio eletto, non abbiamo una vita, non abbiamo voglia di fare niente, non abbiamo sonno. Siamo la generazione degli insonni. In compenso, però, io ho un leggero mal di gola. Per questo mi sono fatto un po' di camomilla. Dovrebbe essere questo il suo potere, no? Ti allieva il mal di gola, se ti va di culo, te lo toglie del tutto, previa nu pucurillo di miele, ma, soprattutto dovrebbe restituirti il sonno. "Infatti, se ci pensi, chi dice che tre uomini non possano volersi bene e partorire cose belle, farle crescere, educarle"? Che c'entra? Se se, che c'entra. Cioè, oddio,voi c'avete pure ragione, scusatemi per il titolo, ma - come vi ho fatto capire - è tardi e a certe ore sono poche le cose che si possono fare con un po' di lucidità:
E mi attizzava al punto che il primo pensiero non è stato che cazzo ci fa Valeria Marini ad un programma che parla di libri? I ragazzi di Isole minori settime, al secolo, Enzo Colursi, Alessandro Freschi e Lorenzo Campese, una mattina, oltre a cantare tutti in coro Oh bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao, hanno detto sapete cosa c'è di nuovo?, in quest'epoca in cui non hai sonno, non hai la macchina, non hai i soldi, non hai un lavoro, noi mettiamo su un gruppo e vi facciamo il culo a tutti quanti. Oddio, non so se abbiano detto proprio codeste parole. Potrei chiederlo stesso a loro, ma sono le 3:15 e non so quanto siano disposti a rispondermi. I tre giovinotti si sono conosciuti - se non erro, credo, non lo so, ho sonno - in quel che fu il be quiet, la notte dei cantautori, e cioè - non me ne voglia nessuno - quando ancora l'interesse di molti era incontrarsi, conoscersi, ascoltarsi, semmai collaborare, e cioè prima che nessuno si comportasse in maniere tipo "Ehi ciao, io sono bello e figo, sono migliore di te, però ti do uno spazio in cui tu possa masturbarti in silenzio davanti a tutti noi voyueristi del live, e non preoccuparti, dopo puliamo noi", e cose così. Voi direte, embè, che c'è di strano o di particolarmente particolareggiante nel fatto che tre giovinotti abbiano messo su un gruppo? Ebbene, partiamo dal dire che i tre giovinotti in questione sono tre bravi cantautori con precedenti egregi lavori alle spalle e quindi non semplici tre musicisti. Cioè, chiariamo già il fatto che, second my opinion, quando più teste riescono ad incontrarsi, ragionare, fare le prove, arrangiare, suonare, senza che nessuno prevarichi fastidiosamente e insindacabilmente sull'altro, tipo maschio alfa in mezzo a un ammasso di omega3, è già una specie di miracolo, poi, se a farlo sono tre cantautori, allora sì che il miracolo può dar spazio a caroselli, urla, lezzi e schiamazzi di gaudente felicità. Il cantautore è quell'essere mitologico un po' Sgarbi, un po' Morgan, ma soprattutto capa di cazzo che si compiace del suo onanismo sclerotico. Il cantautore è tipo Filippo Inzaghi, ai mondiali del 2006, che corre verso la porta di Cech e, nonostante abbia la possibilità di passarla a Barone, per il più semplice dei gol, lui scarta il portiere per segnare da solo. Ecco, il cantautore è uno che, prevalentemente, lavora da solo, per gioire, se capita anche con gli altri, ma soprattutto per sé. Ora, voi, immaginatevene tre in una sola band: è po' come avere tre galli in un pollaio; Vieri, Toni, Inzaghi e - che ne so - Gilardino, a fare, nella stessa partita, il centravanti; tre conduttori - Bonolis, Conti, Pippo Baudo - a condurre Sanremo; insomma, tre potenziali prime donne su di un solo palco. S'è capito il concetto, no? In generale, ho sempre ritenuto - e in parte ancora credo sia così - che la produzione di un'opera d'arte, indipendentemente dalla sua qualità, sia il momento più sacro dell'individualismo umano. E questo va preservato. (Perciò inorridisco quando, per la realizzazione di una sola canzone - ad esempio - compaiono quattro, cinque, sei autori del testo. Io ci ho messo il predicato, io l'interpunzione, io la preterizione, io ho fatto il caffè mentre loro scrivevano sta cazzata. Non vi dico come bestemmio quando è chiaro che lo scopo è stato quello di dare alla canzone una struttura riconosciuta standardizzata e per pigliare qualche punticino di Siae). Ciò che folgora di un'opera d'arte è - credo - l'unicità, la potenza dell'emozione che un solo individuo è riuscito a universalizzare al punto da creare un feeling, un pathos in chi lo fruisce. E ancora, produrre è un po' come farsi una scopata, credo, ma non con l'orgasmo, come dicono alcuni. Dopo che hai dato, tu resti lì, al massimo un paio di minuti ancora a compiacerti del tuo sperma, poi buonanotte ai suonatori. Sei stanco, fiacco, vorresti ricominciare e ricomincerai - perché a te piace il contatto, la sublimazione, lo sconvolgimento totale dei tuoi sensi, il godimento del durante, il mentre -, ma con calma. Ora, immagina che questa cosa la facciano tre cantautori. Aspe' aspe', attenzione, togliete da mezzo il sesso, che altrimenti Gasparri non capisce un cazzo e mi banna dal suo profilo Twitter. Ho bisogno di poter andarci quotidianamente, sul suo profilo, ché mi serve per ricordarmi che qualcuno più scemo di me esiste sempre. Ad ogni modo, nulla di male: a letto, ognuno faccia quel che vuole, per carità. Volevo solo dire che, Isole Minori Settime sono un bel ménage à trois. Schizzi di genialità mescolata a tanta sana follia. Difatti, non sto mettendo in dubbio che sia possibile - di fatto accade - che più cantautori possano collaborare, aiutarsi, scrivere più pezzi insieme. Assolutamente. De Gregori e Dalla ci hanno fatto più di un tour insieme. Di recente, Gazzè, Fabi e Silvestri ne hanno seguito ideologicamente la scia, e potrei stare qui a citare tanti altri bei nomi, ma la cosa che mi preme farvi notare di più è che, nel caso di Isole Minori Settime, a mio modesto avviso - ma non so quanto possiate prendermi sul serio alle 3 passate - loro sono una vera e propria band, fatta di amici che si diverte a scrivere, comporre, ideare, cantare insieme, dove ognuno si delinea - perfettamente - la sua parte, il suo attimo di sano idilliaco feticistico godimenti creativo, senza manie di presenzialismo prevaricatore. Per l'appunto: isole minori di un arcipelago immenso di infinite possibilità. E niente, basta. Sono le 4:00 e tengo sonno.
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