l'arte di misurarsi la palla in una little stronzology (altrimenti detta scuola di scrittura)6/12/2014 E niente. Amleto De Silva mi ha riconquistato. Detto così sembra tanto una cosa gay, ma quando un lettore annoiato trova lo scrittore giusto per sé, è l'inizio di una lunga storia d'amore e fanculo a tutti. Fa gnente se mi fate notare che ho gli occhi a cuoricini e che sembro una fan isterica di Juestin Bieber. Prometto, però, di mantenere un certo contegno: giurin giurello. La cosa che mi piace di De Silva è la sua capacità di essere e restare scrittore, anche e soprattutto quando sfotte tutto e tutti, anche se stesso. E non è facile essere autoironico ma se ci riesci, allora sei un grande. La nobile arte di misurasi la palla parte da questo Enea che fa tutta una serie di sforzi per arrivare e restare in questa scuola di scrittura romana e vedere coronato il suo songo: pubblicare un cazzo di libro. E, per riuscisrci, dovrà fare i conti con i tanti sposta questo, scrivi meglio quest'altro, il protagonista deve essere gay che funziona dippiù, sposta il ponte e fallo diventere lo special, il ritornello è bello, ma cambia il giro armonico, ma in questa salsa hai messo il sale? Circondato da un ammasso di idioti, superbiosi, figli di figli di figli di figli di potenti figli di papà, nel pentolone dei cretini della scuola, il protagonista di De Silva, tra tutti, è la prima forchetta nel brodo, come si suol dire. Ricordate Stronzology? Ecco, la Scuola ( e leggendo il romanzo capirete perchè va scritto con la ESSE grande) è una specie di microstruttura sociale in cui stronzi e cretini s'incontrano e si scontrano con una facilità incredibile. Tuttavia, il protagonista, pur sapendo di far parte della schiera dei cretini e quindi destinato a soccombere, pur realizzando che è un mondo, quello della scuola, ripugnante e viscido, vi si tuffa a cufaniello. D'altro canto, o sei con la Scuola o non hai altre chance per aggrapparti a nomi noti, promesse e speranze. Quindi si rimbocca le maniche, pronto a fare il culo così a tutti. E, ovviamente, non si sarebbe chiamato Enea, se la sua vita non fosse stata caratterizzata da una continuata lotta contro il destino e, quindi, da tutta una serie di falli roteanti predisposti ad infilarglisi nello sfintere. Quindi, è chiaro che c'è tutta una serie di peripezie e rotture di scatole che il nostro eroe dovrà affrontare. E mi fermo qui. Davvero. La trama è tutta così perfettamente aggrovigliata che se vi anticipassi anche mezza cosa, rischierei di rovinarvi il gusto della lettura. Ho goduto ad ogni capoverso, trascinato dall'impeto di quel fiume di stile che è De Silva. La trama, a un certo punto, ti inchioda sulla sedia e ti fa dimenticare facebook, twitter, la tua vita sociale, tua madre e tuo padre ( più o meno in questo ordine), e siccome vorrei capitassero anche a voi quest'attimi di gaudente follia, taccio su altro. Compratevelo, leggetelo, regalatelo e diffondente il verbo. Chiudo solo con una citazione, la stessa che De Silva ha usato per chudere il suo romanzo: mi stupisco che qualche imbroglione non abbia ancora inventato le scuole di scritture (Arthur Cravan). P.s. l'altra volta l'ho dimenticato di scriverlo, ma vi ho detto o no che non sono un recensista? Stronzology è edito Liber Aria. La nobile arte di misurarsi la palla, invece, è edito 'Round Midnight edizioni. Complimenti ad entrambi gli editori per avere un cavallo di razza della portata di Amleto De Silva, nelle loro scuderie.
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