“Ciaoooo. Come stai?”’ “ Bene, tesoro mio. E tu”? “ Insomma”. “ Cos’è successo? Dì tutto a me. Lo sai: sei la mia nipotina preferita e per te farei di tutto”. “ Ma niente. Oggi ho litigato con uno a scuola”. Lo disse arricciando la bocca, come quando viene da piangere proprio mentre stai parlando e si è convinti di trattenere così le lacrime. Tu parli per non farlo, per orgoglio, forse, ma anche per vergogna. Ma che ne sanno i bambini dell'orgoglio? “ Ah… Vieni qui e siediti sulle mie ginocchia, così mi racconti. A-aa… Stai comoda”? “ Shi”. “ Dai, su… dimmi, come mai hai litigato con ‘uno’ ”? “ Giura però che non lo dirai alla mamma e nemmeno a papà”. “ Giuro”! “ No, con le dita no. Mi hanno detto che per fare una promessa basta stringersi la mano. Così fanno i grandi: baciare o incrociare le dita è da bambini”. “ mmmm... ook... vediamo... eccola.... qua la mano. Così fanno i grandi hai detto, giusto”? “ Così mi hanno detto”. “ Dai, non fare così, sorridi...ecco così... dimmi tutto”. “ Ma niente, ho litigato con questo perché…” “ Su, dimmi. Non ti preoccupare. Perché avete litigato”? “ Un momento. Fammelo dire…”. “ Hai ragione, scusa… ”? “ aaallora...c'è questo mio compagno di scuola. Dice che le storie delle favole che la mamma mi legge la sera sono tutte bugie”. “ E tu gli hai creduto”? “ No, però mi ha demoralizzata”. “ Eeee. Cos’è questa brutta parola? Chi te l’ha insegnata”? “ Quale”? “ Hai otto anni, non puoi essere DE-MO-RA-LI-ZZATA”! “ E invece sì. Perché ci credo in quelle favole. Ci credo che Ansel e Gretel alla fine riescono a scappare dalla vecchia strega, ad esempio… Oppure che Biancaneve trova il suo principe azzurro… Perché sorridi”? “ Perché sei sveglia e sono tanto felice che tu lo sia”… “ Si ma chi ha ragione? Io sogno di restare piccola per sempre, come Peter Pan. Lo sai? È la mia fiaba preferita”. “ Lo so. Tua mamma me l’ha detto”. “ Allora”? “ Cosa”? “ lì fuori è veramente diverso dalle storie che mi racconta la mamma”? “ Sì”. “...”. “...”. “ Ma allora perché me le racconta? Perché mi legge tante bugie”? Si gettò dritta nei miei occhi. Pretendeva una risposta, una sola, una qualunque, ma che fosse vera. Le poggiai così una mano sulle guance, poi, stringendole piano piano il nasino tra l’indice e il medio, come quando era più piccola, provai a sorriderle, sperando di prendere tempo, provando a cambiare discorso, ma fu inutile. Avrà pensato sei proprio un idiota, ma mia nipote è troppo educata per dirmelo. Non ci fu modo di prendere tempo, di cambiare discorso. Niente, proprio non voleva. Anzi, continuò a fissarmi con quei suoi occhi attenti e vispi. Non me li toglieva da dosso, come a voler appigliarsi a me con forza, occhi come uncini, obbligandomi a stare lì, senza scappare. “Ascoltami bene Fefi: Non è facile capire certe cose. E, a dire il vero, non so nemmeno se sono in grado di spiegartele. Quindi, davvero, seguimi e non distrarti. Ok”? Mi fece di sì con la testolina, con occhi ancora più grandi e speranzosi, puntati su di me come due obiettivi da cinepresa. “ Ok. Allora... Il mondo lì fuori è e sarà diverso da come tu te lo immagini. Qualcuno, un giorno, ti dirà che tutto ciò in cui credi è una stupida uto…mmm come dire... solo un sogno irrealizzabile, ma tu non devi ascoltarli. Nemmeno se a dirtele sono le persone che vuoi più bene. A volte, parleranno per invidia perché, vedi, a loro nessuno gliele ha lette le fiabe, nemmeno da bambini. Altre volte, dicendoti che è tutto finto, che la realtà è un'altra, penseranno sia un modo per aiutarti, ma se vuoi resistere, se vuoi davvero proteggerle le tue fiabe, ti do un piccolo consiglio: conserva dentro al tuo cuoricino tutto ciò in cui credi fermamente, e se avrai voglia di condividerli con gli altri, fallo pure, perché sarà una cosa giusta. Anzi, cerca di spiegare sempre il perché ci tieni tanto alle tue storie. Non averne mai vergogna. Anche quando non capiranno, perché è molto probabile che non ci riusciranno ma tu, Fefi, tu dà loro un motivo per tacere, convincili che a sbagliare sono soltanto loro. Forse ti diranno che prima o poi te ne fregherai delle fiabe, delle storie e dei libri, che basterà diventare adulti, per non crederci più. Tu però non credergli. Non farlo mai. Promettimelo, promettimi che crederai sempre alle fiabe. Ti prego”. “ Ok. Ci crederò”. “ Sempre”? “ Sì”. “ Qua la mano”? “ Qua la mano..” “ Ti voglio bene, Fefi”. “ Anche io, perché sei tanto intelligente e sono felice che tu lo sia”. Niente male la mia nipotina, eh? E questa è una storia. Un'altra è questa, leggi leggi, ascolta: era un pomeriggio freddo, stavo dandole una mano coi compiti. Stavamo leggendo insieme un passo de "La Gabbianella e il gatto" di Luis Sepulveda e ad un certo punto mi chiede: “Ma cosa sono le a-a-aringhe”? “ Dei pesciolini mooooolti piccoli”. “ Ah….E i gabbiani mangiano le aringhe” ? “ Sì….”. Pausa. Si guardò le mani come a volersi cercare le risposte tra le dita. Sbuffò, quasi irrequieta, perché non ne trovò nessuna. “ Ma io non capisco! sono esseri viventi! Perché mangiano altri esseri viventi”?! Ti giuro, non trovai nulla di meglio da dirle che questo: “ Ma perché hanno fame e le aringhe sono il loro piatto preferito…” “ Piatto preferito”? Aveva gli occhi lucidi di dubbio. Era una filosofa alle prese con riflessioni più grandi anche di me. “ Sì…” “ Ma anche noi mangiamo altri animali”? “ Beh… sì”. “ Oh, no…” “ Che c’è”? “ Anche il gatto”? “ No, macché! Il gatto no…” “ Ah… Menomale… non potrei mai mangiare la mia Cenerentola…Ma perché ce li mangiamo? Non capisco proprio…Io non vorrei mai essere mangiata da un animale”. “ Ma ci sono animali che potrebbero farlo, come il leone”. Mi pentii subito di aver risposto in questo modo: ingenuamente, pensai che sarebbe stato difficile, per una bambina di otto anni, capire certe cose senza che... cioè, capitemi, dire ad una bambina che esistono animali che possono sbranarti - anche se è un'eventualità remota - non è poi così normale. Sono cose serie queste, eh, mica facili, ma mioddio, perdona la mia ingenuità: Fefy, con la tipica vocina pungente di chi la sa lunga, mi rispose: “ Ma il leone non lo sa”… “ Che cosa”? “ Che non è giusto mangiare altri animali"! Poi fu orario di pranzo, la mamma venne per prendersela. Menomale. Proprio non avrei saputo come fare per continuare a tenere testa alla sua curiosità. Eppure.. senti… leggi qua: qualche giorno dopo tornò a trovarmi e, senza aver dimenticato il discorso, come a voler a tutti i costi concludere un pensiero interrotto, tutto d'uno soffio, per paura che la interrompessi, mi disse: “ Non è giusto mangiare chi corre, nuota o sogna di volare come me”… Disarmante. Vero? Ma di che mi stupisco più? Una volta, la madre la portò al circo. Era la prima volta che ci andava. Aveva quattro anni. C'erano i trapezisti, i giocolieri, i pagliacci... Fefy sembrava divertita. Aveva la vaschetta del popcorn tra le mani. Poi uscirono i leoni, le tigri, gli struzzi, gli elefanti, le foche, i leocorni, le fruste, i cerchi infuocati, le gabbie... Fefy cambiò espressione. “ Guarda Fefy, a mamma, i leoni... sono belli vero”? La piccola fece cadere del pop corn. “ Che c'è Fefy, a mamma”? Poi la frusta colpì, si sentì un lamento, poi un ruggito del domatore. Il popcorn continuava a cadere dove voleva. Era dappertutto, sotto le suole, tra le sedie, nei calzini, per terra. “ Mamma, scusa... ma perché gli animali sono qui dentro e non nella foreeesta”? Lo disse con un filino di voce, tremante, perplessa. La mamma mi racconta sempre che ne rimase spiazzata. Ebbe quasi vergogna nel sentire la figlia farle una domanda così semplice ma, a pensarci, che ne sanno certi adulti della vergogna? “ Fefy, guarda, se vuoi, ce ne andiamo...” “ Sì mamma... però mi compri il popcoooorn”?
0 Comments
Leave a Reply. |
RaccomandazioniQui leggerai racconti, idee, sfoghi, calembour, pasticci, riflessioni, soliloqui, turpiloqui e recensioni. Clicca per la Pagina
Archivio
March 2019
|