" Allora, facciamo così, io ti faccio fare una serata in un evento con altri quattro artisti, ti offro una birra, se va bene anche il panino, così se la cosa funziona, alla prossima ti do uno spazio tutto tuo e se mi porti gente ti pago 2,80 euro lordi a cliente che mi dice di essere venuto per te, ogni dieci persone scatta un bonus, oh, però sia chiaro, mi devono consumare, altrimenti, per ogni cliente venuto per te che non mi consuma scatta un malus di dieci euro ciascuno ...
Gianluca faceva sì con la testa, sorridendo, ma in realtà dentro teneva tutta una serie di bestemmie che avrebbero potuto schiattargli il fegato se avessero voluto ma che, chissà come mai, fortunatamente si tennero buone buone dietro ai denti sorridenti, evitando gli partisse un embolo fulminante, tatta'. Gli erano venuti in mente tutti i sacrifici che aveva fatto e faceva per pagarsi le lezioni di canto, ma subito cambiò pensieri. Non era quello il problema. Non voleva mettersi a pensare ai soldi, alle prove, al tempo, alle cazziate, alle corde spezzate, la voce stonata per la troppa rabbia, la poca rabbia. Era inutile farlo, è una storia vecchia. E poi, per certe cose, certi sacrifici valgono anche la pena, una certa pena. [...] poi capisci, ho bisogno che i clienti siano contenti, ho fatto pure la rima, ah ah ah, ecco, canzoni allegre divertenti. Ne ho fatta un'altra he he he. Io in questa serata ho mescolato un po' i generi. Ho messo atmosfere diverse, sai, per sfruttare l'entrata di un pubblico vario. Cioè un po' di tammurriata, qualche canzuncella napoletana, un po' di pop italiano, il cantautorato, quelle cose lì, tipo De Gregori, Dalla, un po' di tutto insomma. Mi capisci? Non posso rischiare, poi alla fine il dj set ci sta bene...[...] No, però, la testa non riusciva proprio a non pensare a quello che, negli anni, era stato costretto a sentire ogni volta. Tipo come le solite risposte di certi "direttori artistici" di locali, radio ed eventi ai quali gli era capitato di proporsi e che gli avevano fatto ripetutamente il terzo grado, senza però mai concludere un cazzo di niente. E senza nemmeno ascoltare le canzoni. "Che musica fai, chi sei, chi non sei, chi ti ha prodotto, chi ti promuove, cosa hai fatto, sì ma chi sei, mi dispiace ho le date piene". Che poi tutta questa gente che si mette a fare i dischi. Chi ve lo fa fare i debiti, le sudate, i pianti, le notti insonni? Per cosa? Già, Gianluca sapeva la risposta, anche tu la sai, ma fa sempre bene ripeterselo. [...] poi avevo pensato, mentre suonate, io metto il barman di fianco a voi che fa le acrobazie, tieni presente? quella la gente è contenta, si diverte, si può fare dai, allora d'accordo? che poi fissiamo la data tua, oh, ti ho detto, io lo dico per essere chiaro, alla fine così ci impegniamo tutti e due a portare un po' di casino, per farci conoscere, 2,80 euro a cliente che consuma è onesto no?, poi c'è il bonus, ogni 10 clienti scatta il 5 euro in più, non dimenticarti di questa cosa. Poi magari tu li intrattieni sai, una battuta, magari un po' di karaoke, li fai cantare, loro si divertono e tornano un'altra volta e noi replichiamo, dai dai, si può fare, sei un ragazzo sveglio, secondo me sì sì [...] Gianluca non aveva amici giornalisti, addetti stampa o cose simili e, considerando tutto questo, gli stava andando bene pure il disco. E, incredibilmente, non grazie ad amici e parenti che, insieme, non avrebbero riempito una Cinquecento. Insomma, era contento, però restava il fatto che aveva pochi spazi per suonare: "non è un genere adatto" oppure "non abbiamo il pubblico per te". Cazzate. Soltanto cazzate. Ma Gianluca si era organizzato. Perché ci sono persone che dopo certe mazzate tremende non si rialzerebbero, si arrenderebbero, se non fosse che le voglie, i sogni, fanno un po' il cazzo che gli pare. Perché ci sono persone che dopo certe mazzate tremende non si rialzerebbero, si arrenderebbero, se non fosse che la testa è dura, troppo. Con la bocca distrutta, piegati in due, vomiterebbero pure il midollo osseo, perché sono deboli, femminucce, implorerebbero perdono piagnucolando, si lascerebbero andare, getterebbero la spugna, ma c'è qualcosa, una forza, che proprio non vuole farli smettere. E non è orgoglio eh, sia chiaro: è che proprio non ce la si fa. Come si dice? La carne è debole, ma l'anima si sfonda di film su Rocky Balboa. E allora, queste tipo di persone, pure con la bocca distrutta, le gambe sporche di sangue, dopo una fetente mazziata, stanno lì a salire scale su scale su scale, manco faticassero per un'impresa di pulizie. È un fottuto problema questo, ma ci si convive. Gianluca si era organizzato, vi dicevo. Certo, ne era consapevole fosse un palliativo, ma comunque un modus expremendi necessario, per non dire basta definitivamente. Perché ci sono persone che, messe contro a un muro, con la bocca distrutta, nonostante vorrebbero vomitare pure il midollo osseo e si arrenderebbero se non fosse che la testa fa il cazzo che gli pare, trovano sempre una soluzione per resistere. Gianluca si era messo a suonare per strada. Aveva deciso di essere l'artista che voleva. Libero. Come voleva, quando e perché. Non veniva snobbato da certi locali organizzatori blablablà, perché semplicemente aveva smesso di contattarli. Tanto sarebbe stato uguale. Faceva quello che voleva e le persone si fermavano, ascoltavano, apprezzavano, domandavano. Si divertiva, ed era contento. "[...] poi noi facciamo ogni tanto una pausa, cioè inizi tipo le 7 come aperitivo, poi fai una pausetta intorno alle 8 e riparti fino alle dieci e mezza che dopo mettiamo un po' di dj set, capisci a me, il drink, la uagliuncella, e ti spari la posa pure tu[...] ". E pensa che gli avevano detto che era un locale diverso, fatto da ragazzi diversi, che avrebbero apprezzato la sua musica e lo avevano pure convinto a mandare email e contro email con video, link, siti contatti. "Avranno cambiato nuovamente gestione forse. Questo locale non è mai stato fortunato. Chiude e riapre spesso senza mai accocchiare nulla di buono. Ma chi se ne fotte", pensò Gianluca. "Io mo me ne vado da qua dentro così come sono entrato. Voglio solo capire dove vuole arrivare". "[...] ah, ma alla fine, che canzoni fai? Ah mmm no no, noi inediti non ne facciamo. Scusami se ti ho fatto perdere tempo, ciao."
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