È da un po' che latito dal blog, ma dubito che a qualcuno sia fregato qualcosa. Qui ci scrivo un po' quello che mi pare e nel modo che più mi aggrada, quindi può capitarmi di restare in silenzio. Sarò pure logorroico, è vero, lo ammetto, ma non a sproposito. Torno a scriverci qui sopra, e lo faccio raccontandovi un po' di sabato scorso, delle riprese dell'ultimo cortometraggio dei The Jackal, andato in onda ieri sera, durante la trasmissione AnnoUno. Che fosse un qualcosa di nuovo lo si era capito già sul set. L'argomento, in fondo, lo richiedeva. Però, aspè aspè, non voglio fare critica. Cioè, fondamentalmente, non ci capisco niente di riprese, recitazione e compagnia bella. Al massimo, posso solo dire se mi è piaciuto oppure no, tuttavia, visto che il mio sarebbe un giudizio mosso dal gusto, in fondo, perché dirlo? E poi, sarei di parte: ho passato una giornata intera insieme a loro, a cioncarmi di freddo in quella chiesetta, e come potrei parlarne male? Posso dire che c'è tanta cazzimma in La prima chiesa gay. - Ah, già, dimenticavo: questo è il titolo del corto. Che a scriverlo così sembra di parlare di qualcuno affetto di nanismo. Perché cazzimma? Non lo so, ripeto: per quanto abbia potuto più o meno capire le citazioni e apprezzare il linguaggio usato, no, non sono un cinefilo, tutt al più un cinofilo, e comunque non distinguo una razza dall'altra. Forse è che ho paura a usare il termine satira. Se ne abusa fin troppo. Crozza fa satira, Pippo Baudo fa satira, io faccio satira, quella che in primo superiore non me l'ha voluta dare, ancora oggi, sa tira... mmm... sì... ecco, questa, per esempio, è una freddura, mal riuscita, è vero, ma non satira... capito? Comunque, lasciamo stare tutto questo. Elogi, apologie, annunciazioni, recensioni e dichiarazioni di guerra lasciamole a chi fa questo di mestiere. Dovevo parlarvi di Sabato, non del corto in sé per sé. Sto fatto di rispettare i propositi non l'ho mai capita, ma tant'è. Lo sapete che ho fatto la comparsa, no? Ma sì. Vi ho già sfrantecato testicoli e tubedifalloppio sulla mia pagina ufficiale (quanto è figo dire la mia pagina ufficiale ?). Il fatto è che la giornata di Sabato mi ha dato da capire tante cose. - Per esempio cosa? - Beh, che con sacrificio e volontà si può arrivare dovunque. - È retorica questa? - Solo per chi non ci crede. Seguo gli Sciacalli praticamente da L'ultima trillata, girato, probabilmente, con la videocamerina dei primi cellulari targati 3. Ve li ricordate? Se te lo mettevi in tasca, ninfomani e vecchie in calore ti guardavano con insistenza tra le gambe. Dal gioco, sono passati a fare sul serio. L'ho detto, mi ripeto, non sono un esperto, ma è evidente che i ragazzi non usino più le fotocamerine dei cellulari. Poi rigore e professionalità sono tangibili, anche laddove la voglia di divertirsi è restata immutata. Sono partiti dal niente e si sono inventati un mestiere. Tieni presente la scena in cui Don Marco parla ai fedeli? Ecco, tu non li hai visti, non li vedi, non li hai potuti vedere, ma fuori dal campo c'erano/ci sono fonici e addetti alle luci, appesi alla meglio e un po' dovunque, per dare il giusto suono, la luce perfetta. Mica è una pazziella... eh no! Ci sarebbe da invitare politici e benpensanti sui loro set. Voglio vedere proprio chi avrebbe il coraggio di parlare di italiani bamboccioni o troppo choosy. Parlo così perché sono del mio territorio? Non lo so, non so nulla di quello che mi passa per la testa, ma se così fosse, per una volta, lasciatemi fare un po' il campalinista. Certo, è stato snervante – e lo è ancora oggi - sentire tutta quella gente che – un po' per imitazione, un po' per goliardagine ( del tipo, fatemi fare il simpatico con i The Jackal )– ripeteva in continuazione doje fritture, sta' senza pensier, tt'appooost!, eccetera eccetera. Ma li si può perdonare, in fondo in fondo. A stare vicino ai propri “miti” si diventa un po' cerebrolesi, no?, è normale. Anche se dubito che, di fronte a un Cristiano Ronaldo qualsiasi, ci si metta a fare all'improvviso rabone, doppipassi e checcazzoneso. In fondo, i The Jackal sanno stupire, inventandosi nuovi tormentoni di volta in volta. Mi è già capitato di dover subire, nella home, tremila simpaticissime selfie di gente messa in pose ingenue e perfino il mio parcheggiatore abusivo di fiducia si è messo a fare il simpaticone chiedendomi due euro a piacere. Un po' di tempo e se ne inventeranno un'altra delle loro. E poi, se è stato snervante per me, figuriamoci per loro. Poverini. Tuttavia, che vuoi farci?, questo è il prezzo da pagare per il successo. E già, lo capisco. Pensa me per esempio: dopo la mia prova da comparsa consumata, già mi ha chiamato lo staff di Renzi per mettermi nel pubblico, per la sua prossima (?!) campagna elettorale.
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March 2019
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